“Non solo due professionisti e due attivisti, ma anche due amici”: non potevano esserci parole più significative per ricordare Gabriele Del Carlo e Velio Coviello, i due alpinisti morti sulle montagne della Valtournenche lo scorso aprile travolti da una valanga. A pronunciarle è stato il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco prima dell'assegnazione di due importanti riconoscimenti alla memoria: rispettivamente una Laurea Magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale e di un Attestato di Stima e Riconoscenza.
Le parole del rettore Saracco
Oltre ad una grande amicizia, ad accomunare Del Carlo e Coviello c'erano anche l'impegno professionale e personale nell'ambito della sostenibilità e dell'ambiente: “Ricordiamo - ha proseguito Saracco – la loro lotta contro il riscaldamento globale, sicuramente la sfida più importante dell'umanità viste le conseguenze anche sociali che comporta. In Italia i più consapevoli sono proprio i giovani come Gabriele e Velio: per cambiare le cose occorre la conoscenza di persone come loro e, per questo, ci impegneremo per far rivivere il loro spirito”.
La laurea a Del Carlo
Per Del Carlo, la laurea rappresenta il compimento di un percorso iniziato più di un decennio fa nell'attivismo per la mobilità attiva e sostenibile (in particolar modo attraverso la bicicletta, ndr), proseguito nello staff dell'assessorato ai trasporti della Città con Maria Lapietra e portato avanti a livello professionale in Italia e all'estero. Al momento della morte, era al lavoro su una tesi dedicata all'impatto della mobilità su ferro: “Gabriele - hanno ricordato le professoresse Claudia Cassatella e Cristina Pronello – ha contribuito a cambiare il paradigma dei trasporti nella città dell'auto, migliorando concretamente la vita delle persone. La sua grande passione lo portava a essere molto attivo, ma sempre con rispetto, delicatezza e umiltà, lasciando un segno profondo”.
L'attestato a Coviello
Coviello, invece, era ricercatore all'IRPI, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR, impegnato nello studio dell'impatto dei cambiamenti climatici in ambiente alpino ed esperto di rischio idrogeologico. Oltre all'attività professionale, portata avanti anche attraverso esperienze di cooperazione internazionale in Africa, è stato anima dei movimenti studenteschi e per l'ambiente: “Velio - hanno sottolineato il professor Paolo Vezza e il collega Massimo Arattano – credeva veramente in quello che faceva mettendoci passione, dedizione, entusiasmo, ma anche grande concretezza, perché non è possibile affrontare questi temi fondamentali in modo superficiale ed opportunistico”.
Il ricordo delle famiglie
Il ricordo della famiglie, infine, è stato affidato alle due compagne: Maria Rinaldi e Irene Angeluccetti: “Gabriele - ha dichiarato la prima – non era un sognatore, ma un visionario: per lui era importante rendere la sua azione il più efficace possibile per cambiare la realtà intorno a sé. La sua passione per le bici ci accompagnava sempre e ovunque, anche in vacanza, e questa laurea rappresenta un motivo di riscatto”. “Velio - ha raccontato la seconda – voleva mettere le proprie conoscenza e trasmettere la propria passione ai giovani studenti: per questo stava pensando di tornare al Politecnico per insegnare”.
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