Avevano chiesto la messa alla prova per estinguere il reato ma non avevano praticamente quasi mai frequentato un centro di addestramento di Border Collie a Quiliano e per concludere il periodo erano riusciti ad ottenere falsamente l'attestazione di frequentazione.
Per questo sono stati condannati lo scorso lunedì in Tribunale a Savona dal giudice Francesco Giannone a 2 anni e 8 mesi Pietro e Francesco Fotia che nel giugno del 2017 avevano coperto il fratello Donato per aver investito (a bordo del suo scooter) e ucciso una donna, Emilia Ponzanelli, in corso Svizzera a Savona.
Pietro aveva infatti portato via dalla scena Donato (che aveva patteggiato due anni con la sospensione condizionale) e Francesco si era addossato la colpa.
Per questo erano stati rinviati a giudizio per favoreggiamento e autocalunnia e per loro era stata disposta la messa alla prova.
Il direttore dell'ente, Michele Pucci, nel quale dovevano svolgere le attività riparative, che hanno lo scopo di "estinguere" le conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, dopo aver certificato che i due avevano concluso il periodo, nell'incidente probatorio svolto nel 2021 aveva confessato, specificando che si era spaventato e che era stato indotto a scrivere il falso. Da lì la decisione di patteggiare.
L'Ufficio per l'esecuzione penale esterna considerato il certificato che attestava che avevano adempiuto ai lavori socialmente utili nel periodo precedente aveva confermato che il reato era estinto.
La Dia di Genova però tramite un accurata attività di indagine aveva scoperto grazie ai tabulati che Pietro e Francesco Fotia, difesi dall'avvocato Marco Feno, si trovavano in posti diversi rispetto all'area quilianese e grazie anche alle testimonianze era emerso che non erano stati praticamente quasi mai visti nel centro di addestramento.
Da lì la sentenza. Il Pubblico Ministero Giovanni Battista Ferro aveva chiesto per loro 3 anni di reclusione.
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