È in corso davanti al Tribunale di Cuneo il procedimento per circonvenzione di incapace a carico di C.C., promotore finanziario monregalese, assistito dall’avvocato Alberto Summa, accusato di essersi approfittato di una coppia di anziani di Pietra Ligure (Savona) col proposito di impossessarsi del loro consistente patrimonio.
Beni immobili, denaro liquido e gioielli. I risparmi di una vita. Un’eredità che la coppia aveva deciso di lasciare alla parrocchia della località ligure che a sua volta, tramite il parroco, si era impegnata a dar loro assistenza senza farli finire in casa di riposo.
Ad aver denunciato l’uomo ed essersi costituita parte civile è Caterina, oggi 87enne, rimasta vedova di Domenico Delfino, morto a 92 anni durante la prima ondata della pandemia. L’uomo era capitano di Marina di Pietra Ligure, ed ex presidente della società agricola cooperativa.
All’epoca dei fatti, fino al 2018, il parroco di Pietra Ligure era don Ennio Bezzone: “Domenico e Caterina erano miei parrocchiani – ha spiegato il sacerdote in aula -. Non avevano figli e volevano lasciare i loro beni a qualcuno. Un giorno sono stato chiamato: era stato redatto un testamento in cui si disponeva l‘eredità in favore del coniuge superstite e mi avevano nominato erede. Era il 2017. La cosa che più mi dispiace è che poi Domenico in casa di risposo ci è finito lo stesso: nel 2020 si ammalò di Covid e morì”.
In quell’anno, poi, i due coniugi conobbero il promotore finanziario, che avrebbe dovuto occuparsi dei loro affari economici. L’uomo era stato presentato loro da don Bezzone. Come spiegato dal sacerdote però, da quel momento, i rapporti tra lui, Domenico e Caterina cambiarono: “Nell’estate del 2019 lei mi disse che voleva trascorrere qualche tempo a Ormea. Io mi sentivo moralmente impegnato nei loro confronti e quindi mi proposi di prendermi cura del marito durante la sua permanenza nella località del Cuneese. Lei mi disse che se n’era occupato C.C., il promotore finanziario, che lei chiamava ‘il signore di Mondovì: Domenico sarebbe stato ricoverato solo per l’estate in una casa di riposo a Vicoforte. Mi è sembrato strano. Avevo cercato di contattare C.C. perché non mi sembrava vero che cosa stesse succedendo. Ci demmo appuntamento al casello autostradale di Albenga, ma poi lui mi fece sapere che non sarebbe venuto”.
Nel 2019, poi, venne redatto un nuovo testamento in cui al coniuge superstite sarebbe andato solo l’usufrutto dei beni, che intanto sarebbero passati a C.C. Nel frattempo, dopo il 2018, alla parrocchia di Pietra Ligure aveva preso servizio un nuovo parroco, don Giancarlo, anche lui chiamato a deporre.
In veste di testimone quest’ultimo ha spiegato al giudice che inizialmente i rapporti coi coniugi erano ottimi. Ma che poi, quando Domenico entrò in casa di riposo a Vicoforte, qualcosa cambiò: “Caterina mi chiamava spesso per chiedermi di accompagnarla da Domenico. Poi però ha iniziato a dirmi che ci avrebbe pensato ‘il signore di Mondovì’. È successo tre o quattro volte. Dopo che è rimasta vedova, era la fine di maggio del 2020, mi aveva chiamato per dirmi che aveva ricevuto una busta. Era il testamento di suo marito, nel quale c’era scritto che l’erede era un altro e che a lei era lasciata solo una disponibilità liquida e l’uso dei beni”.
L’anziana si rivolse all’avvocato Nicola Ditta, che la assiste nel processo ora in corso. L’indagine interruppe la vendita della casa di campagna della coppia, con conseguente sequestro dei conti e di tutti i loro beni. Nei confronti dell’imputato è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento e la signora è stata posta sotto la tutela dell’avvocato Micaela Dadone, nominata dal Tribunale. Il legale, presente in aula, ha riferito che durante il sopralluogo nella casa della coppia di anziani trovò la cassaforte vuota e nessuna traccia dei tanti gioielli di valore che la signora era solita indossare.
Il processo è stato aggiornato all’udienza in programma per il prossimo 17 ottobre. In quella circostanza si ascolteranno i testimoni della difesa e il giudice pronuncerà sentenza.
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