Sul ghiaccio della Gottardo Arena, la rinata Valascia da record di presenze che accompagna il fenomeno sociale dell'Ambrì Piotta, scende da due anni anche un amato marchio varesino come Arredo Più.
«Ho toccato con mano uno straordinario spirito di aggregazione in un ambiente accogliente, bello e sano, oltre alla fenomenale capacità dell'Ambrì di radunare quasi 6 mila abbonati e 6.775 spettatori che arrivano anche da lontano, mangiano, tifano e si divertono in un luogo che, per ambientazione e posizione, sembra uscito da una favola» dice l'imprenditore Alessandro Pascucci, che a Varese conosciamo bene come uomo di valori e sport e che, per la seconda stagione, vede il suo marchio arredare e pensare al design di alcuni ambienti della Gottardo Arena.
«Abbiamo arredato anche con divani, cuscini, tavoli e sedie una parte del ristorante principale - ci racconta Pascucci - dove la gente può bere e mangiare qualcosa in maniera veloce guardando la partita, l'area lounge in cui si svolgono mini eventi e dove vengono affittati alle aziende gli sky box, ma anche la family lounge dedicata alle famiglie e agli amici dei giocatori con bambini, oltre a una piccola zona tra gli spogliatoi e la pista».
La differenza con certi impianti italiani, che fanno la differenza in negativo sia per spettatori che per i protagonisti, è abissale: «La Gottardo Arena è l'essenza di ciò che dovrebbe essere lo sport moderno: un punto di aggregazione per chi gioca e per chi guarda. Ho assistito per la prima volta ad Ambrì-Lugano e, pur di fronte a una partita che non era solo una partita, ho trovato oltre che calore anche un ambiente vero, verace, ruspante e originale».
Per Arredo Più, che in tutta la Svizzera gestisce in esclusiva il marchio Scavolini ed è presente in Ticino con alcuni punti vendita dal 2003 (show room a Lugano e Cadenazzo), questo è «l'investimento più importante legato a una sponsorizzazione sportiva». Con Pascucci viene naturale un paragone con la situazione degli impianti varesini: «Bisogna creare il modo giusto per avvicinare i tifosi agli impianti, poi la gente arriva e li riempie anche a Varese. Ovviamente dobbiamo avere strutture belle, senza quelle non si va da nessuna parte... La ristrutturazione del palazzetto, che spesso è già pieno, può andare in questo senso. È come andare al ristorante: oltre a mangiare bene, cosa non difficile ormai, devi vivere anche una bella esperienza per tornare».
Ovviamente non è così per lo stadio Franco Ossola, dove Pascucci è spesso presente da tifoso storico del Varese qual è, oltre che da appassionato di calcio soprattutto giovanile, ma lo è per l'Acinque Ice Arena: «Mi parlano tutti di un bell'ambiente, probabilmente sarò presente per la prima gara interna di campionato dei Mastini del 28 settembre. Quello è un esempio di socialità senza bisogno di costruire un impianto a 5 stelle ma adattandosi alla realtà».
Infine si torna all'amato calcio: «Da fruitore, anche in Svizzera, trovo posti belli dove c'è rispetto degli spazi e cura dei particolari, dagli spogliatoi agli spalti. Questo crea attrazione, voglia di vivere lo stadio e stare assieme anche prima e dopo la partita».
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