"Quando diranno: “Elvira è morta!”, dovete cantare, ballare, fare festa... perché io sono viva! Guai se dite: “poverina”… Davanti a me si spalancherà qualcosa di grandioso… la vita non muore!".
Madre Elvira preparava così i collaboratori e giovani del Cenacolo, al suo passaggio alla vita ultraterrena. La sua morte è stata annunciata con le parole “E’ nata al cielo” e, in un clima sereno, accogliente, rispettosamente gioioso, si è aperta questa mattina (venerdì 4 agosto) la camera ardente nella villa immersa nel verde della val Bronda, in via Pagno 115.
Qui madre Elvira abitava e si è spenta la mattina di giovedì 3 agosto, assistita dalle suore della Casa che l'hanno seguita negli anni di malattia.
Sono già centinaia e di varia provenienza le persone giunte per l’omaggio alla fondatrice del Cenacolo. Con suore, sacerdoti, giovani della Comunità e delle oltre 70 Fraternità, sostano nel parco allestito per l’attesa e si mettono in fila per la camera ardente, nel salone della villa.
Moltissimi in ginocchio davanti a Madre Elvira, alla bara di legno chiaro, come quella di Papa Wojtyla. Pensieri silenziosi di ammirazione per la sua opera e per la sua vita escono dagli occhi commossi e si mescolano alle preghiere e ai rosari recitati insieme o ai canti condotti dalle sorelle della Casa.
Fuori c'è tanto spazio, nell’armonia e nella bellezza del verde, per i ricordi e le testimonianze della sua grande famiglia.
“Una santa, una madre, una persona che mi salvato la vita”. “Una Madre che fa scoppiare il cuore, con la sua voce e il suo insegnamento”. “Ha messo in discussione la mia vita. Mi ha dato l’opportunità di rinascere, un miracolo”.
Sono voci di alcuni giovani in servizio d'accoglienza per la camera ardente.
Maurizio è stato uno dei primi giovani ad arrivare alla comunità, nel 1988. Torinese, era un “desbela”, che viveva in un ambiente difficile. Nella comunità è rinato, ha conosciuto l’amore, si è sposato, ha 15 figli e vive ora in una casa della proprietà Bramafarina.
Conosce Madre Elvira da quasi quarant’anni. Nel 1994 le espresse il desiderio di restituzione di ciò che aveva avuto, e lei gli chiese di occuparsi, a Savigliano, di una casa per il Noviziato al Matrimonio, destinata a coppie di fidanzati. “Era lungimirante”. Come quando aprì in Brasile, alla periferia di San Paolo, una casa per bambini di strada, perché diceva il disagio si previene fin da piccoli. “Li seguivamo dalla tenera età alla maggiore età”.
Una vita per gli altri. "Era una madre che accompagnava alla vita con parole vibranti, senza perifrasi, con ironia, sorriso contagioso e complice". Maurizio ricorda con simpatia le volte in cui Madre Elvira gli fece "lavaggi di testa" davanti agli altri, come correttivo alla vanità e perché non si montasse la testa negli incarichi che ricopriva. “Voi lo chiamate sìgnor Maurizio, ma sapete che è stato un drogato?".
Dava vita, ma sapeva essere vicina ai morenti, ricorda parlando di lei accanto a molti giovani in fin di vita per Aids. Li incaricava di salutare la Madonna e Gesù.
Gesù, “il figlio di un falegname di Nazaret” con il quale, affermava la fondatrice del Cenacolo, “sono felicemente sposata da anni”. Sposo che ha ora raggiunto.
Ancora un ricordo di una delle suore della Casa di Formazione, che viveva con Madre Elvira. “Un giorno, tanti anni fa, ci disse: che bello! Ho sognato di morire circondata dalle mie consorelle”. Anche questo sogno si è avverato. Don Stefano Aragno, alla guida della Comunità Cenacolo, durante le prime ore di giovedì 3 agosto ha chiamato tutte le suore della Casa e alle 3.50, attorniata da loro in preghiera, “terminato il canto della Salve Regina, ha spalancato i suoi grandi occhi luminosi e si è consegnata con fiducia all’abbraccio misericordioso del Padre e alla tenerezza di Maria Santissima”.
La camera ardente sarà aperta fino a mercoledì sera alle 18,30, con orari dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18,30. Il funerale avrà luogo giovedì 10 agosto, giornata di lutto cittadino proclamato dal Comune. Si svolgerà alle 16.30 nella tensostruttura sulla collina di Saluzzo, con inizio del programma alle 14 in via San Lorenzo 35, dove madre Elvira il 16 luglio 1983 aprì la Comunità per giovani con problemi di tossicodipendenza.
Ogni sera, da stasera alle 20,30, verrà recitato il rosario, aperto a tutti.
Per il funerale non si potrà salire con mezzi propri ma con navetta con partenza dal Foro Boario di Saluzzo e dalla stazione ferroviaria. Si potrà raggiungere il luogo a partire dalle ore 14 sino alle ore 16.30.
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