Luca Robaldo, sindaco di Mondovì e attuale presidente della Provincia di Cuneo, in mancanza di disposizioni, dovrà convocare – a partire dal 18 settembre - i “comizi elettorali” per l’elezione del Consiglio provinciale in scadenza il 18 dicembre 2023.
L’attuale normativa prevede infatti che le elezioni di secondo grado (come disposto dalla legge Delrio), che interessano esclusivamente consiglieri comunali e sindaci dei 247 Comuni della Granda, vengano convocate dal presidente entro un arco temporale di almeno tre mesi rispetto alla scadenza per consentire l’organizzazione della macchina elettorale in tutte le sue articolazioni (formazione liste, presentazione candidature, raccolta firme, ecc).
Robaldo avrà qualche settimana per temporeggiare ma non più di tanto.
Come lui faranno i 67 colleghi presidenti di Provincia i cui Consigli sparsi nelle varie regioni devono essere rinnovati.
Tutti sono in attesa di ricevere indicazioni su come comportarsi in vista dell’annunciato ritorno all’elezione diretta delle Province, senonchè la questione si sta rivelando più complessa del previsto.
Nel frattempo, si aspetta dal Parlamento una “legge ponte” che proroghi le funzioni degli attuali consiglieri provinciali fino a quando non ci sarà il ritorno alle urne.
Una “leggina” che risulta indispensabile perché, in assenza, si dovrà procedere col vecchio sistema di elezioni di secondo grado, riservate cioè ancora una volta soltanto agli amministratori comunali.
La “riforma delle riforma” si è arenata in Commissione al Senato, che dalla prossima settimana – ripristinando le vecchie consuetudini della Prima Repubblica – interromperà i lavori per cinque settimane.
La ripresa delle attività a Palazzo Madama è prevista dopo il 5 settembre, per cui è impensabile che prima di ottobre/novembre si faccia chiarezza sul nuovo sistema di votazione per le Province.
Vedremo cosa succederà, se cioè il Consiglio provinciale sarà chiamato ad operare in regime di prorogatio e per quanto tempo – aspetti che dovranno essere indicati nella “leggina ponte” di cui abbiamo fatto cenno – oppure se verrà rinnovato secondo la normativa attuale.
Ricordiamo che – essendo sfalsate le elezioni di presidente e Consiglio provinciale – il ruolo di Robaldo in questa fase non è istituzionalmente in discussione.
Diverso l’aspetto politico, dal momento che il quadro, nel caso di elezioni a dicembre, potrebbe risultare non più quello attuale, fondamentalmente “ecumenico”, che vede centrosinistra, centrodestra e centro tutti insieme appassionatamente.
Infatti, fuori dalla maggioranza (per espressa scelta del partito) c’è soltanto l’unico consigliere di Fratelli d’Italia, Marco Bailo, sindaco di Magliano Alpi.
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