Ha avuto inizio in settimana, a oltre quattro anni dai fatti, la prima udienza del processo col quale il Tribunale di Asti dovrà decidere in merito alla sussistenza di eventuali responsabilità penali in capo a un 63enne imprenditore di Canale, titolare dell’azienda agricola nella quale il 4 maggio 2019 si verificò il tragico incidente sul lavoro che pochi giorni dopo cagionò la morte di Giacomo Rosso, 23enne residente nello stesso comune del Roero.
In quell’agriturismo, attività attrezzata con un maneggio e impegnata anche nella conduzione di vigneti e nell'allevamento non intensivo di animali, il giovane lavorava come manovale. Nel primo pomeriggio di quel sabato stava operando alla guida di un mini-escavatore munito di forche, col quale stava provvedendo allo spostamento di una pesante rotoballa, quando per cause che saranno ora al centro del dibattimento venne colpito violentemente al capo dalle pale del mezzo. Il ragazzo venne subito soccorso e quindi elitrasportato in gravissime condizioni presso l’area Grandi Traumi del Dipartimento di Emergenza del Cto di Torino, dove si spense quattro giorni dopo, l’8 maggio, per le gravi lesioni rimediate nell’incidente, a partire da una frattura pluriframmentaria subita alla base del cranio e da diverse contusioni celebrali.
La vicenda divenne quindi oggetto di indagini, all’esito delle quali, a carico del titolare dell’attività agrituristica, venivano elevate imputazioni con le quali la Procura della Repubblica di Asti contestava diverse violazioni della normativa in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore non avrebbe in particolare previsto le necessarie misure di sicurezza nell’utilizzo della minipala, mentre altre mancanze avrebbero riguardato il deposito dentro il quale le rotoballe venivano sistemate. Sempre secondo l’accusa il ragazzo non avrebbe poi ricevuto una formazione adeguata e sufficiente in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
La prima udienza del procedimento si è tenuta presso il palazzo di giustizia astigiano questo, lunedì 10 luglio, davanti al tribunale in composizione monocratica, giudice la dottoressa Roberta Dematteis. A decidere il rinvio a giudizio dell’imprenditore era stato, il 2 agosto scorso, il giudice per l’udienza preliminare Federico Belli, che in questo senso aveva accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero Laura Deodato.
Si intende ovviamente verificare se, nella sua veste di titolare della società e datore di lavoro del giovane, l’uomo possa aver messo in atto comportamenti in violazione della violazione della normativa posta a tutela dei rischi in ambito lavorativo, in questo modo provocando la morte del suo giovane dipendente, giunta per effetto dei traumi rimediati nell’incidente.
L’imputato è difeso dall’avvocato albese Roberto Ponzio, che nel corso della prima udienza ha nominato quale proprio consulente tecnico l’ingegnere torinese Alberto Giulietta, perito coinvolto nella discussione di alcuni importanti casi giudiziari, ultimo dei quali quello collegato al crollo della gru che nel dicembre 2021 provocò la morte di tre operai in via Genova a Torino.
L’udienza ha intanto visto l’ammissione delle prove, dopodiché il processo è stato aggiornato dalla data del 5 febbraio, 11 marzo e 8 aprile 2024.
Cronaca | 14 luglio 2023, 07:01
Canale, 23enne morì sul lavoro. Partito il processo al titolare dell’agriturismo teatro della tragedia
In tribunale ad Asti la prima udienza del processo per il fatto del maggio 2019. Colpito al capo dalle pale di una mini gru, Giacomo Rosso si spense alcuni giorni dopo al Cto di Torino
In Breve
domenica 02 novembre
sabato 01 novembre













Commenti