Il Nazionale

Cronaca | 04 luglio 2023, 15:41

Omicidio di Bra: ergastolo aggravato dall’isolamento diurno per i due imputati Nicholas Luppino e Daniele Savoia

La decisione della Corte d’Assise dopo quattro ore di camera di consiglio. I due erano accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere per l’uccisione del 34enne muratore, freddato con tre colpi di pistola alla testa nel febbraio di due anni fa

Omicidio di Bra: ergastolo aggravato dall’isolamento diurno per i due imputati Nicholas Luppino e Daniele Savoia

Ergastolo aggravato dall’isolamento diurno per entrambi gli imputati. Questa la pena che la Corte d’Assise del Tribunale di Asti ha appena deciso dichiarando i braidesi Nicholas Luppino, 38 anni, e Daniele Savoia, 25, colpevoli dell’omicidio di Avenir Hysaj, il 34enne muratore di origini albanesi scomparso da Bra il 21 febbraio 2021 e ritrovato cadavere nei boschi di Pocapaglia quasi un mese dopo, il 19 marzo, freddato con tre colpi di pistola alla testa.

La decisione è arrivata pochi minuti fa, al termine dell’udienza celebrata nel palazzo di giustizia astigiano, dopo circa quattro ore di camera di consiglio, pronunciata dal presidente della giuria Alberto Giannone di fronte ai due imputati, che dal giugno 2021 sono reclusi in carcere – il primo a Genova e il secondo ad Alessandria.

Un verdetto andato oltre la richiesta dell’ergastolo che il 23 maggio scorso era stata avanzata per entrambi gli imputati dal pubblico ministero Simona Macciò. Nelle circa due ore della sua requisitoria, il sostituto procuratore aveva illustrato le ragioni per le quali la pubblica accusa riteneva i due braidesi colpevoli di omicidio volontario e occultamento di cadavere (leggi qui), ritenendoli, rispettivamente, il mandante e l’esecutore materiale di un delitto che, sempre secondo l’accusa, sarebbe maturato in ambienti legati allo spaccio di stupefacenti.

Ragioni nella sostanza fatte ora proprie dalla giuria popolare della Corte d'Assise col verdetto che ha così chiuso il processo di primo grado. Alla lettura del dispositivo seguiranno ora le motivazioni, per la pubblicazione delle quali il presidente Giannone si è riservato 90 giorni di tempo.

"Una sentenza che riteniamo profondamente ingiusta e viziata da errori giuridici – il severo commento dell’avvocato biellese Carla Montarolo, difensore di Daniele Savoia -. Attendiamo le motivazioni della sentenza, dopodiché ricorreremo certamente in appello".

E. M.

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