Il Nazionale

Cronaca | 22 giugno 2023, 11:04

Indusse al suicidio un anziano vicino di casa: 53enne di Bra condannato a 7 anni di reclusione

L’uomo è recluso a La Spezia. Il Tribunale di Asti ha ritenuto provata l’esistenza di un nesso causale tra il tragico gesto compiuto dal pensionato e gli atti persecutori da lui subiti nell’ambito condominiale

Indusse al suicidio un anziano vicino di casa: 53enne di Bra condannato a 7 anni di reclusione

Per lui l’accusa era arrivata a chiedere dieci anni e sei mesi di reclusione. Nell’udienza tenuta martedì 20 giugno presso il palazzo di giustizia di Asti il giudice Victoria Dunn ha parzialmente accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero Laura Deodato valutando come provati non soltanto gli atti persecutori messi in atto dal braidese Santo Alfredo Cospito nei confronti di diversi condomini della palazzina di via San Germano nella quale il 53enne abitava. Ma pure l’accusa più grave del procedimento che il Tribunale di Asti aveva istruito a suo carico: quella contemplata dall’articolo 586 del Codice Penale, morte come conseguenza di altro reato, giudicando come provata una correlazione causale tra quelle continue azioni moleste e il gesto anticonservativo messo in atto da uno dei condomini, un pensionato di 88 anni che nell’estate 2021, esasperato da quella situazione, al culmine dell’ennesimo diverbio, si era tolto la vita gettandosi dal balcone di casa.

Da qui la condanna a 7 anni di reclusione che ha raggiunto Cospito nel carcere di La Spezia, dove l’ex produttore musicale è detenuto da tempo in custodia cautelare.

L’uomo, a carico del quale figurano diversi altri procedimenti per fatti analoghi, compreso uno per diffamazione a carico di un carabiniere di Bra, non ha peraltro partecipato a nessuna delle udienze del processo a suo carico.

Il suo legale, l’avvocato spezino Davide Bonanni, in aula si era rivolto alla corte chiedendo di valutare la particolare situazione del suo assistito, a suo giudizio condizionato da gravi problemi psichiatrici che sarebbero provati anche da una perizia di parte depositata agli atti.

Dall’avvocato Giuseppe Vitello, che insieme al collega Piermario Morra ha patrocinato invece la vedova e il figlio del pensionato, costituiti parte civile, giunge invece "soddisfazione per una decisione che rende giustizia a questa famiglia" e "un sincero ringraziamento per l’egregio lavoro di raccolta degli elementi di prova compiuto dalle forze dell’ordine sotto il coordinamento della dottoressa Deodato, un lavoro certosino compiuto con abnegazione dalla Procura e della dottoressa Deodato".

Ai familiari il giudice ha riconosciuto il diritto a un risarcimento, da quantificarsi in un sede civile e si è riservato 90 giorni per le motivazioni della sentenza.

Redazione

Commenti