"Il peccato originale di cui si sono macchiati due genitori abbandonati è chiamare in causa caste protette, polizia e sanitari. Povera Alice". Si conclude così lo sfogo di Antonella Zarri, madre di Alice e Alberto Scagni. Uno sfogo che la donna ha pubblicato sul suo profilo Facebook, scritto subito dopo l'uscita sua e di suo marito Graziano Scagni, dal processo che vede il figlio imputato per la morte della sorella.
Zarri, pubblicando questa sua riflessione replica indirettamente a sua madre Ludovica Albera, nonna di Alice e Alberto, che ieri al processo ha rilasciato una testimonianza che per molti è sembrata un assist alla procura e un chiaro atto d'accusa alla figlia e al genero. Tesi che l'anziana aveva già sostenuto tramite una lettera alla procura, attraverso la quale cui implorava che Alberto non esca mai dal carcere, perché la prima vittima, scrive la donna, sarebbe Alessandro, il figlio di Alice e Gianluca Calzona.
I genitori di Alice e Alberto, come noto sostengono che il figlio sia totalmente infermo di mente e accusano le forze dell'ordine e l'Asl di non essere intervenuti nonostante le tante chiamate disperate, l'ultima poche ore prima dell'omicidio. La nonna dei due ha però puntato il dito su Antonella Zarri e sul marito per non essere a loro volta intervenuti, ignorando gli allarmi che l'anziana, vicina di pianerottolo di Alberto, lanciava.
"Liberi di non credere che quanto segue era la mia personalissima riflessione scritta di getto all’atto della nostra uscita, salvata in note del mio cellulare il 15/6/2023 h 16.38 - scrive Antonella Zarri - i prevedibili auspici si sono avverati e la sfilata dei figuranti utili alla trama della Procura è iniziata: Mettete le mani nel sangue dei miei figli e io dovrei ancora subire senza diritto di replica? Fatevelo da soli il vostro teatrino, non ci sarà la nostra legittimazione a una farsa preconfezionata.
Dalla notte del primo maggio abbiamo urlato con quanto fiato avevamo in gola, strozzati da un orrore con cui dovremo convivere per i giorni che ci restano, diteci perché non avete fermato Alberto, spiegateci il perché non siamo stati meritevoli dell’aiuto delle Istituzioni di questo Stato in cui confidavamo. Noi siamo trasparenti nel racconto delle nostre azioni e intenzioni: per pietà di Alice morta, siatelo altrettanto. Fatelo per chi ha figli ancora vivi.
Dopo un anno il risultato è tapparci la bocca, imbavagliare il nostro Difensore, e obbligarci ad ascoltare ricostruzioni artefatte sulla nostra vita, peggio, sulla vita di chi ci è più caro al mondo, i nostri figli, senza possibilità di contribuire alla ricostruzione dei fatti e pretendere il rispetto per la nostra famiglia? Concedendo il diritto di parlare a chi ha cresciuto e conosce intimamente vittima e assassino avete forse paura che emerga la Verità? Una verità scomoda che smonterebbe il teorema della prima ora? Vi lasciamo soli a esporre il mostro in piazza e nascondere tra i fascicoli polverosi le mani degli ignavi. Il peccato originale di cui si sono macchiati due genitori abbandonati è chiamare in causa caste protette, polizia e sanitari. Povera Alice".
Durante la prossima udienza, i genitori di Alice e Alberto saranno sentiti in aula come testimoni. Avranno quindi l'occasione di ribadire, e questa volta di farlo in un'aula giudiziaria, la propria verità".
Cronaca | 17 giugno 2023, 09:59
Omicidio Scagni, la madre di Alice e Alberto: "Ci tappate la bocca, avete paura della verità?"
"Il peccato originale di cui si sono macchiati due genitori abbandonati è chiamare in causa caste protette, polizia e sanitari. Povera Alice"
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sabato 24 maggio
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