Il Nazionale

Cronaca | 09 giugno 2023, 15:22

Processo Scagni, l'amarezza dei genitori costretti a uscire dall'aula: "Con Alberto neanche uno sguardo"

"Mi sembra sempre nella sua dimensione, uno squilibrato è uno squilibrato, ma ci aggrappiamo all'Alberto affettuoso di prima"

Processo Scagni, l'amarezza dei genitori costretti a uscire dall'aula: "Con Alberto neanche uno sguardo"

“Di qualunque cosa ci potrete accusare, ma non di incoerenza, perché dal 2 maggio, quando siamo stati in questura abbiamo detto sempre le stesse tragiche, terribili, identiche parole e a tutti voi le abbiamo ripetute”. Così Antonella Zarri, madre di Alice e Alberto Scagni a margine del processo a carico di Alberto, accusato dell'assassinio della figlia avvenuto il primo maggio 2022.

Insieme al marito Graziano Scagni dovrà rimanere fuori dall'aula per le prossime udienze in quanto entrambi sono testimoni del processo. Così prevede la legge, ma rimane l'amarezza dei due coniugi. “Si vede che non si fidano della nostra coscienza di poter portare questa testimonianza, questi sono formalismi a cui ci inchiniamo, un formalismo esagerato, la serietà, mi permetto di dire che dobbiamo verificarla. Qui si parte dalla fine e non dal soggetto principale che è Alberto, tutti lo tirano un po' dalla parte che gli è più comoda al di là di un esame obiettivo di una persona. Cosa hanno detto di Alberto o di nostra figlia che non c'è più non lo sappiamo. La nostra aspettativa era di avere un ritorno emotivo di voci ed emozioni delle persone che sono state in contatto con nostra figlia fino all'ultimo, ma non siamo abilitati, quindi abbassiamo la testa”.

I genitori di Alberto e Alice all'indomani del delitto hanno puntato il dito su chi non ha ascoltato gli allarmi sul comportamento di Alberto che di fatto aveva annunciato l'omicidio che poi ha compiuto. Su questo filone è stata aperta un'altra inchiesta che vede indagati due poliziotti e una dottoressa del Centro di Salute Mentale. Negli ultimi giorni sono emerse le 63 telefonate fatte da Antonella Zarri tra il 10 marzo e il 28 aprile al Centro di Salute Mentale, ma i genitori non mostrano fiducia sul futuro dell'inchiesta.

Verranno smontate anche queste telefonate. - dice amaramente Graziano Scagni – diranno che sono quisquilie, come stanno smontando tutto il resto”.

“Quello che abbiamo detto non cambia, continueremo a ripeterla finché avremo fiato – aggiunge Zarri – perché è la verità, quella a cui ha diritto Alice e a cui ha diritto Alessandro, suo figlio. Chi ha fatto, chi non ha fatto”.

I genitori di Alberto sono rimasti in aula per circa mezzora, prima che il presidente della Corte d'Assiste Massimo Cusatti li facesse accomodare fuori. A pochi metri l'imputato che non ha scambiato uno sguardo con la madre e il padre. “Non ci siamo neanche guardati”, ha detto Graziano Scagni. “Lo abbiamo visto da lontano, - ha aggiunto Antonella Zarri - Alberto mi sembra sempre nella sua dimensione in cui scrive farneticazioni, l'Alberto degli ultimi giorni che non era più in grado di rapportarsi a un dialogo normale, uno squilibrato è uno squilibrato, questa è stata la nostra percezione, la perizia ripresa, rivista nel tentativo di cambiarla, è arrivata alla stessa conclusione di una capacità di intendere e volere grandemente scemata e direi che gli ultimi comportamenti, gli ultimi scritti, gli atteggiamenti con chi dovrebbe guidarlo in questa fase processuale, cioè gli avvocati, in questa sua incapacità di relazionarsi nel mondo normale secondo me depone all'Alberto folle che purtroppo abbiamo visto degenerare. Non è sempre stato quello, noi ci aggrappiamo all'Alberto affettuoso di prima che scriveva cose bellissime di sua sorella, di noi e della nostra famiglia”.

I genitori di Alice e Alberto, come detto, saranno testimoni nel corso delle prossime udienze. Il calendario prevede udienze settimanali ogni venerdì. Il giudice Massimo Cusatti ha sfoltito di molto la lista dei testimoni delle parti civili, l'impressione data in aula è che voglia accelerare per arrivare a un verdetto il prima possibile. Nello sfoltire la lista ha emesso un'ordinanza che tocca il ruolo della parte civile, definita 'vicaria' rispetto al pm 'unico soggetto legittimato a formulare un'imputazione e a determinare l'esercizio dell'azione penale'.

Parole, quelle del giudice, che vengono contestate dall'avvocato dei genitori di Alice e Alberto, Fabio Anselmo, che ha dichiarato: “Il ruolo vicario interpretato in senso strettamente rigoroso farebbe cancellare dalla storia giudiziaria di questo Paese numerosi importantissimi processi. Se interpretiamo il ruolo vicario in senso rigoroso anche come limitazione nell'attività di udienza della parte civile nella ricerca di una prova che vuol dire anche integrare fatti e reati diversi rispetto a quelli contestati. Se ho colto bene il senso dell'ordinanza, la parte civile non avrebbe il potere di sollecitare il capo di imputazione, ma ce l'ha eccome, io l'ho fatto in varia procedimenti ultra noti. Se venisse interpretato in questo modo, parecchi processi noti sarebbero cancellati, compresi quelli eclatanti come la strage di Bologna. Se questa è l'interpretazione è restrittiva e la ritengo superata dalla storia giudiziaria di questo Paese. Normalmente questo me lo aspetto dai colleghi avversari, ma ci sono sentenze importanti che riconoscono il ruolo della parte civile di fondamentale importanza nella ricerca della verità e del fare giustizia”.

Altra parte civile è quella di Gianluca Calzona, marito di Alice, difeso dall'avvocato Andrea Vernazza. Incalzona e i genitori di Alice e Alberto hanno interrotto da tempo i rapporti, in parte anche per la diversità di vedute tra chi sostiene che Alberto sia incapace di intendere e di volere, come Graziano Scagni e Antonella Zarri, e chi invece sostiene possa sostenere il processo come la parte civile rappresentata dal marito di Alice.

Noi lo sosteniamo assolutamente, – ha dichiarato Vernazza – lo sostengono i nostri consulenti, il nostro psichiatra di riferimento non concorda neppure sulla seminfermità (stabilita invece dal consulente della pm Paola Crispo, ndr), ma comunque non è un'esclusione di imputabilità, ma un'attenuazione. Il marito aspettava questo momento, è passato un anno, non si può tacciare nessuno di essere lento, ma capite, sta gestendo un bambino di un anno e mezzo. I rapporti con i suoceri non esistono”.

Vernazza ha poi ribadito il concetto sulla diversità di vedute con Anselmo sulla responsabilità degli agenti nell'ambito dell'inchiesta parallela. “Ho detto che se una persona è sottoposta a misure dall'autorità giudiziaria, ma lui non poteva esserlo perché non aveva mai commesso reati, allora ti puoi lamentare che qualcuno è venuto meno al suo dovere, ma se io vado dal cardiologo dopo che ho avuto cinque infarti, non è che se muoio è colpa del mio cardiologo. Trovo azzardata teoricamente la tesi, ma non faccio né il pubblico ministero né il giudice di mestiere”.

Sul punto l'avvocato Anselmo ha commentato mostrando scarso interesse: “Io rappresento i genitori di Alberto e Alice. Agli atti, quando deporrà il genero di Alice Scagni sarà costretto a misurarsi con le sue stesse dichiarazioni in cui diceva che Alberto è matto, che avevano paura e che volevano cambiare casa perché completamente matto”.

Scagni, dopo aver rinunciato alla difesa dei primi legali è assistito ora dall'avvocato Mirko Bettoli, che ha ricevuto l'incarico appena dieci giorni fa. “E' un processo impegnativo, più che altro per le tempistiche, Alberto lo avete visto, non saprei dare una motivazione emotiva”, ha dichiarato prima di concludere confermando che Aberto non ha avuto contatti con i genitori, né ha chiesto di averne.

Francesco Li Noce

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