Una sentenza del Consiglio di Stato chiude una causa iniziata otto anni fa che vedeva contrapposti Anas e Comune. In seguito ai lavori dell'Aurelia Bis, alcuni palazzi di via Turati erano rimasti danneggiati e con crepe. In particolare gli inquilini del civico uno avevano chiesto un intervento ai vigili del fuoco, una volta scoperte nuove crepe e l’innalzamento del pavimento dentro i box.
Il sindaco Federico Berruti aveva emesso un'ordinanza urgente con la quale imponeva ad Anas e all'impresa esecutrice dei lavori una serie di interventi per "riparare, provvedere al monitoraggio dello stato fessurativo del condominio di via Turati 1 in modo da potere tempestivamente adottare provvedimenti d'urgenza a tutela della pubblica e privata incolumità". Anas aveva poi intimato all'impresa appaltante di ottemperare alle prescrizioni dell'ordinanza.
Anas si era però opposta alla delibera del sindaco Berruti sostenendo che l'ordinanza sarebbe stata adottata senza un'istruttoria che ne giustificasse l'urgenza e che dimostrasse il nesso fra i lavori dell'Aurelia Bis e le crepe ai palazzi, impugnando l'ordinanza davanti al Tar. Anas contestava inoltre che non ci fosse stato un contraddittorio tra le due parti prima dell'emissione dell'ordinanza. Il Tar aveva così accettato il ricorso della società annullando l'ordinanza con obbligo per il Comune di pagare le spese legali di 3.000 euro. Il Comune aveva impugnato la sentenza del Tar di fronte al Consiglio di Stato che ha ribaltato la sentenza dando invece dato ragione a Palazzo Sisto e obbligato Anas al pagamento delle spese dei due gradi di giudizio, per 15.556 euro.
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