C’è un doppio via-vai continuo in corso Venezia: da una parte le auto, che dopo l’inaugurazione della bretella si muovono tra Caselle e piazza Baldissera, dall’altra la lenta processione di tossicodipendenti e disperati di ogni tipo che vanno a drogarsi nelle ex Ferrovie.
I blitz delle forze dell’ordine sono pressoché quotidiani, ma nulla cambia. Anche nel giorno dell’inaugurazione del tratto viario, a una decina di metri dal sindaco che taglia il nastro ci sono loro: tossici e pusher. I primi sono nascosti da arbusti e cespugli. Stanno per terra, tra l’immondizia. I secondi, in maniera sfacciata, non si nascondono nemmeno. Stanno su corso Venezia, a bordo strada, in bici e a piedi.
Fermare il degrado sembra impossibile. Le operazioni condotte dalla polizia servono a migliorare la situazione per un giorno o due, poi tutto torna come prima. “Siamo disperati, a volte vengono a suonarci ai portoni anche di notte”, racconta una residente di corso Venezia. Dall’area abbandonata di Ferrovie spesso si vedono faló notturni, racconta. L’altro giorno una donna è stata trovata nuda, su un materasso di fortuna. Era una tossicodipendente, si vendeva alla luce del sole per una dose.
Sono questi, oggi, le due facce della stessa medaglia. Della stessa Torino. Da un lato la città che cambia, l’inaugurazione di un nuovo tratto stradale. Dall’altra il degrado che avanza, l’illegalità. E la sensazione che nulla cambi, con buona pace di chi è costretto a vivere tra pusher, tossici e prostitute.
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