Un pessimo biglietto da visita, un enorme potenziale di bellezza sprecato. Si può definire così il giardino Sambuy, parco recintato al centro di piazza Carlo Felice, proprio davanti alla stazione di Porta Nuova.
Quando nel 1861 venne progettata in onore di Carlo Felice l’omonima piazza e il parco al suo interno, poi titolato giardino Sambuy, deputato e senatore del Regno d’Italia e sindaco di Torino dal 1883 al 1886, il suo inventore prospettava sicuramente un futuro diverso da quello che ha al giorno d’oggi. All’interno dei cancelli che delimitano il giardino non vi sono solo – come dovrebbero esserci – fiori, arbusti, sentieri e una piccola fontana. Si trovano rifiuti di vario genere come oggetti abbandonati, carte, cartocci di vino, cartoni “dimenticati” utilizzati per dormire. Chi popola il giardino non è solo il turista, che oltretutto arriva dalla splendida stazione Porta Nuova e trova dinanzi a sé il degrado di un luogo che dovrebbe essere incantevole, ma il visitatore abitudinario è il senzatetto e lo spacciatore.
Riqualificazione, una promessa dal 2018
Quando nel 2018 il comune di Torino acquistò questa oasi verde annunciò una doverosa riqualificazione del luogo. Ma sono passati ormai cinque anni e sembra non esser cambiato molto. Un peccato, vista la bellezza di una città così elegante come Torino, pulita e ordinata, che invece sembra chiudere un occhio quando si tratta del giardino Sambuy.
Due assessorati al lavoro
Eppure, l'assessore al Verde Pubblico della Città di Torino Francesco Tresso ha voluto rassicurare i cittadini: “Il giardino Sambuy di piazza Carlo Felice è ciò che vede il visitatore appena arrivato a Torino, va riqualificato. Il Comune è propenso a far terminare una volta per tutte questo degrado sia manutentivo sia umano che da anni è proprio del parco. Stiamo cercando soluzioni che possano offrire il pernottamento a chi non ha fissa dimora e perciò utilizza cartoni e panchine per dormirvi all’interno". "L’emergenza - ha proseguito Tresso - non interessa solamente il giardino Sambuy ma l’intera città, per questo si sta cercando, anche tramite la collaborazione con Jacopo Rosatelli, Assessore delle Politiche Sociali, di attivare un percorso con i servizi sociali per accompagnare al lavoro queste persone e per dotarle di un luogo riparato in cui possano dormire”.
Tanti problemi aperti
I problemi sono tanti. Le soluzioni, almeno sulla carta, non mancano. Nel caso della statua a cui manca la mano destra, Tresso ha affermato che “bisogna intervenire a fianco della Soprintendenza. Il Comune ha in serbo di attivare sponsor che siano disposti a ristrutturarla”, mentre per quanto riguarda la fontana ornamentale presente al centro del giardino "Iren interverrà alla sua manutenzione che riguarderà non solo la fontana del giardino Sambuy, ma anche diverse fontane cittadine”.
Per rigenerare l’oasi verde inoltre vi è “una collaborazione con l’Associazione Giardino Forbito, che si fa carico sia dell’apertura mattutina sia della chiusura dei cancelli, che, ricordiamolo, desta non poche difficoltà: aprire un cancello lo può fare sia un semplice cittadino sia un’associazione; mentre chiuderlo, essendoci persone senza fissa dimora al suo interno, è complicato. Per questo viene utilizzata anche una ditta di security esterna”.
Problematica risulta la struttura del chiosco. L’assessore ha comunicato che “il gazebo avrà al suo interno, dopo la sua doverosa riqualificazione, attività culturali e di animazione”.
La telecamera scomparsa
La mancanza di un sistema di videosorveglianza fa sì che la malavita sia ritornata prorompente, soprattutto dopo le 17 di ogni giorno. A segnalare la "scomparsa" della telecamera situata in mezzo a corso Vittorio è Antonella Giani, presidente dell’Associazione Giardino Forbito: "Quando è stata in funzione ha permesso di debellare lo spaccio circolante all’interno del giardino". La telecamera rappresentava dunque un vero e proprio salvavita per il giardino Sambuy. Il Comune si occuperà del ripristino, al fine di garantire la sicurezza dei suoi fruitori? Una domanda che attende risposta.
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