Devèze-Mastini, le parole giuste devono essere ancora trovate.
Il coach canadese, tornato a casa sua pochi giorni dopo la conquista dell’IHL e la conseguente realizzazione dello storico “double” con la Coppa Italia, non chiude la porta alla società del presidente Carlo Bino, ma chiede delle garanzie per il futuro.
Nell’estate 2021 allenatore e club avevano firmato un contratto biennale: la carta, insomma, c’è. Ciò che va verificato è la piena comunione di intenti: «Il Varese per me rimane sempre una priorità - dice al telefono il coach dal Canada - Abbiamo avuto una stagione fantastica e abbiamo imparato a vincere con umiltà».
C’è un però: «Confido che il club stia prendendo le decisioni giuste per il futuro, così come è importante che anch’io prenda le decisioni giuste per me - continua il coach - Non ho alcuna fretta, ma voglio conoscere esattamente quale sia il progetto societario e voglio essere sicuro che questo progetto non cambi durante la stagione…».
È quindi facilmente leggibile tra le righe - oltre al desiderio di essere legittimato come elemento centrale del progetto - la volontà dì Devèze di rimontare sulla panchina dell’Acinque Ice Arena solo davanti a una chiara intenzione del Varese di programmare un futuro (almeno a medio termine) più ambizioso dell’Italian Hockey League. Un “upgrade” che probabilmente avrebbe sognato già al termine di una stagione in cui i Mastini hanno conquistato tutto quello che c’era da conquistare («l’anno prossimo, dopo queste vittorie, la pressione sarà molto alta…» aggiunge).
Nel frattempo ecco un’attesa scevra da ogni pressione: «Sto trascorrendo del tempo con le persone che mi sono mancate di più - racconta - come le mie figlie e la mia fidanzata. Per otto mesi ho dato tutto per il Varese, ora è tempo di pensare agli affetti e a me. Ripeto: non ho fretta».
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