Una chiacchierata sullo sport varesino in uno dei momenti più particolari che lo stesso abbia mai vissuto.
Momento di difficoltà, se si pensa alla penalizzazione della Pallacanestro Varese. Ma anche di gioia, se si guarda all’hockey. Così come di fermento, se si considera l’aspetto dell’impiantistica e la volontà di cogliere sfide che porterebbero dritte al futuro.
C’è un’istituzione cittadina che può racchiudere nei suoi commenti questa complessità, ed è l’assessore allo Sport del Comune di Varese Stefano Malerba. Ecco il suo “termometro”.
PALLACANESTRO VARESE
«L’altra sera al palazzetto ho respirato un clima commovente: è stato bellissimo vedere come questa città, che è una città di basket, stia provando a stare vicina alla sua squadra in un frangente così complesso. Non c’è stata una polemica, né uno striscione fuori posto: solo un sostegno da pelle d’oca. E questo è un plus vincente che hanno solo i varesini, si è visto anche nell’hockey: hanno la capacità di creare un’osmosi incredibile con le loro realtà sportive».
«La penalizzazione? Vediamo quello che accadrà: continuo a pensare che la pena inflitta sia sproporzionata. Nell’attesa non abbandoniamo le persone. Penso a Luis Scola, a Toto Bulgheroni, ad Alberto Castelli, a Rosario Rasizza e Marco Vittorelli: provano un affetto smisurato per la pallacanestro e per Varese e in questi anni hanno fatto un gran lavoro. La loro abnegazione è fuori discussione».
«Luis poi è l’unica garanzia che tutti noi dobbiamo preservare, perché è veramente un fenomeno. Ha conoscenza, ha idee, ha compiuto il miracolo di ribaltare il rapporto tra soldi e risultati sportivi: la stagione della Pallacanestro Varese dimostra il suo splendido lavoro e quello della dirigenza».
«Il sogno? Salvarci anche sul campo ora: sarebbe la risposta migliore da dare al mondo. E poi fare una festa in piazza come quella dei Mastini».
«Il Lino Oldrini? La vicenda in corso non pregiudicherà assolutamente l’iter: il bando per il primo lotto da due milioni e mezzo uscirà fra pochissimi giorni. Poi sarà la volta del cantiere. Nella prossima stagione i tifosi potranno già vivere un palazzetto davvero diverso».
I MASTINI
«Mi inorgoglisce ciò che sono riusciti a fare: oltre al risultato sportivo, hanno creato un ambiente fantastico. Lo sport si nutre di entusiasmo e loro ne sono stati circondati, merito della società ma anche dei giocatori: penso che i ragazzi di Devèze abbiano lo stesso spirito dei rugbisti, hockey e rugby sono tra l’altro molto simili e io stesso avrei scelto il primo se non avessi praticato il secondo, vista la mia predilezione verso gli sport con una certa fisicità. I Mastini sono risorti dopo due anni difficili: è valsa la pena aspettare».
«Tutto è avvenuto in una struttura nuova, fantastica, un palaghiaccio che ha permesso che l’ambizione giallonera potesse avere un senso. Troppo piccolo? Beh, io credo che gli impianti sportivi debbano nascere innanzitutto con una prerogativa: la sostenibilità. Devono cioè essere in grado di generare reddito per la società che li gestisce, perché solo così lo sport sta in piedi. Pensare a qualcosa di più grande avrebbe poi anche condizionato la capacità del pubblico di creare quel calore che invece si è respirato a ogni partita».
«I tifosi chiedono l’Alps? Sto con il presidente Carlo Bino: farla ora non sarebbe sostenibile. Vale lo stesso discorso del palaghiaccio: se si facesse avanti qualcuno disposto ad ampliarlo, ne potremo parlare, ma prima viene la sostenibilità».
«Nell’area dell’Acinque Ice Arena lo sviluppo non è ancora finito. All’Ippodromo verranno fatti lavori per portare anche il trotto e non dimentichiamo la riqualificazione delle Bettole, pensando al tennis. Il comparto diventerà un polo sportivo con la stessa importanza di Masnago».
IL VARESE
«Sullo stadio stiamo andando avanti: sono fiducioso, c’è l’interesse di diverse persone, spero che a breve si possa mettere in pista un progetto. Gli investimenti da fare sarebbero importanti e non possono quindi prescindere da un progetto sportivo che lo sia altrettanto. Perché quello di cui ha bisogno Varese è un impianto in grado di generare reddito, ospitare eventi, aperto 24 ore al giorno, erogatore di servizi, con studi medici, spazi di coworking etc. Uno stadio moderno, insomma, che non costerebbe - per intenderci - meno di 4000 euro a seggiolino…».
«Su Varesello stiamo discutendo con il Città di Varese e, riguardo alla convenzione, penso che nell’arco di 8-12 mesi anche il campo delle Bustecche debba tornare a essere come si deve».
«Sono molto felice che la squadra di mister Porro sia andata bene nelle ultime gare. Sarebbe importante mantenere la categoria: faccio a lui e ai ragazzi un grande in bocca al lupo, perché davvero ci stanno mettendo tutto quello che hanno».
GLI ALTRI IMPIANTI
«La piscina che nascerà nel comparto ex Aermacchi sarà frutto di un investimento privato, ma il Comune di Varese sta guardando con interesse alla possibilità di una convenzione per garantire spazi acqua funzionali alle attività che oggi vengono svolte alla Comunale».
«E poi c’è la palestra di roccia di San Fermo, che sarà tra le più importanti a livello italiano».
«Campo di atletica di Calcinate degli Orrigoni sistemato, così il campo da Rugby, poi la piscina, le Bettole per il tennis, il trotto all’ippodromo, la palestra di roccia, l’Acinque Ice Arena, il palazzetto, lo stadio: se facciamo l’elenco di tutto quello che è stato fatto e che si farà, si può dire che dopo anni difficili Varese stia davvero cambiando faccia sull’impiantistica, rappresentando un’eccellenza a livello italiano. A tutto ciò si deve unire la fortuna che ci ha dato il buon Dio, cioè i “campi gara naturali” per canottaggio, ciclismo ed escursionismo. Peccato che i cambiamenti climatici rendano più difficoltosa la realizzazione di un altro traguardo: la pista di fondo da Brinzio alla Rasa. Non abbiamo perso la speranza, ma in questo caso siamo nella mani anche di “qualcun altro…».
LA POLISPORTIVA
«Vorrei lasciare una città nella quale a tutti i nostri bambini e ragazzi fosse data la possibilità di fare sport con una scelta ampia e importante, in impianti funzionali e moderni che possano accogliere tutti».
«Poi il sogno rimane quello di avere qui in futuro quello che già c’è a Barcellona o a Monaco di Baviera: una polisportiva di tutte le realtà sportive più importanti della città. Sarebbe incredibile, vorrebbe dire mettere insieme capacità, esperienze e competenze su vari aspetti che darebbero impulsi fantastici».
GLI IMPRENDITORI
«C’è più fermento rispetto agli anni scorsi e questo è positivo. Ricordiamoci però che non ci si può affidare solo ai loro soldi, non si può sperare che arrivi sempre qualcuno: prima ci vogliono la sostenibilità e le idee. In questi anni la forza del Comune è stata anche il partenariato pubblico privato, che ci ha permesso di andare a cercare bandi e stringere accordi per sviluppare moderne metodologie di gestione».
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