Si aggiornerà il 7 luglio prossimo, in vista di una discussione del processo ora attesa non prima di settembre, il procedimento col quale la Corte d’Assise riunita presso il Tribunale di Asti è chiamata a pronunciarsi sulle eventuali responsabilità del gioielliere Mario Roggero, a giudizio per duplice omicidio volontario, tentato omicidio e porto illegale di arma comune da sparo per la reazione alla rapina subita nel suo negozio di via Garibaldi a Gallo Grinzane ormai quasi due anni fa, pochi minuti dopo le 17.30 di mercoledì 28 aprile 2021.
La decisione è arrivata venerdì con l’udienza che, saltata quella del 17 marzo scorso, ha visto sfilare davanti ai giudici popolari riuniti nel palazzo di giustizia astigiano i testimoni chiamati a deporre dall’avvocato difensore del commerciante Dario Bolognesi.
Il rinvio è funzionale ai 60 giorni di tempo che proprio venerdì il presidente della corte Alberto Giannone ha concesso al dottor Roberto Keller, dirigente medico del Centro di Salute Mentale dell’Asl Torino 3, per effettuare una nuova perizia psichiatrica sul gioielliere.
Un’ennesima indagine del suo profilo psichiatrico, quella che prenderà il via a giorni, che rappresenterebbe nella pratica la quinta se si considerano le due già presentate dalla difesa, quella commissionata dal sostituto procuratore Davide Greco per conto dell’accusa e quella effettuata su incarico dei legali che in giudizio rappresentano le 14 parti civili ammesse al processo.
Una scelta in qualche annunciata, da parte del presidente Giannone, in linea con quanto richiesto mesi addietro dal pubblico ministero dopo che anche la consulente dell’accusa, la dottoressa Rocca, si era espressa per una parziale incapacità di volere dell’uomo, nel momento in cui sparò cinque colpi del suo revolver in direzione dei rapinatori, uccidendone due – Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino – e ferendo il terzo componente della banda, Alessandro Modica.
Di parere opposto era invece stata la dottoressa Ilaria Rossetto, consulente tecnica indicata dai legali che rappresentano i parenti delle vittime, per la quale il commerciante, nel sparare al loro indirizzo, avrebbe invece agito in preda a uno stato "emotivo e passionale", sovrapponibile a quello che comunemente è riconoscibile come rabbia, non per questo configurandosi una vera e propria incapacità.
A complicare il quadro, confermando l’intendimento del presidente Giannone per un incarico "super partes", quanto riferito dai consulenti dell’avvocato Bolognesi. Venerdì in aula sono infatti sfilati l’esperto medico legale Lorenzo Varetto e il perito balistico Giuseppe Vinardi – il quale ha peraltro messo l’accento sulla natura di proprietà privata del camminamento esterno al negozio e dal quale Roggero ha sparato almeno parte dei colpi. Quindi la parola è passata allo specialista torinese Enrico Zanalda, già presidente della Società Italiana di Psichiatria (la difesa lo ha nominato quale proprio consulente anche per il nuovo esame, mentre l’accusa si è riservata la nomina), e alla professoressa Isabella Merzagora Betsos, professore ordinario di Criminologia presso l’Università di Milano, le cui tesi hanno confermato l’ipotesi, da sempre portata avanti dal legale, di una diminuzione delle facoltà di intendere e volere del commerciante come conseguenza della traumatica esperienza da lui vissuta con la violenta rapina subita nel 2015.
Di rilievo, in questo quadro, quanto spiegato dai consulenti in merito alla distorta convinzione, da parte di Roggero, che i tre rapinatori si stessero dando alla fuga portando con loro la moglie in ostaggio. "Roggero non si era avveduto che, dopo essere stata nel magazzino, la moglie era rientrata nel locale di vendita. Ha così pensato che fosse stata portata fuori dai rapinatori e si sarebbe lanciato al loro inseguimento per liberarla", hanno spiegato.
Le due drammatiche aggressioni sono poi ricorse nei racconti resi della moglie e delle figlie del commerciante. "Credevo ci avrebbero ammazzato – ha raccontato in aula la consorte di Roggero, Mariangela Sandrone –. Mi minacciavano con un coltello, mia figlia era stata legata, a me hanno dato due pugni e continuavano a ripetere che ci avrebbero ucciso se non avessimo consegnato soldi e gioielli".
La donna ha quindi ricordato come una delle figlie avesse già lasciato definitivamente il lavoro in gioielleria, dopo il violento fatto del 2015, la ricostruzione video della quale è peraltro agli atti del procedimento, in attesa di essere mostrata alla corte: "Da allora – ha ancora ricordato la donna, con parole confermate poi dalle figlie Paola e Laura – viviamo in un incubo. La nostra vita non è stata più la stessa, mio marito parlava solamente più di quel fatto, i nostri nipoti che in quel negozio sono cresciuti ora non ci vengono più, non è più un posto sicuro".
Cronaca | 18 aprile 2023, 19:16
In aula il racconto della moglie di Mario Roggero: "Presa a pugni dai banditi, credevo che ci avrebbero ammazzato"
Una nuova perizia super partes dovrà stabilire se il gioielliere era capace di intendere e di volere al momento della sparatoria. Il processo aggiornato a luglio. La discussione non prima di settembre
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lunedì 19 maggio
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