“La provincia di Imperia, estremo ponente ligure, nonostante l’offensiva giudiziaria dei processi ‘Maglio 3’ e ‘La Svolta’ del 2010 potrebbe rappresentare un territorio esposto al radicamento di proiezioni o interi gruppi familiari, propaggini di cosche reggine”.
E’ questo uno dei passaggi che riguardano la nostra provincia, nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. Come noto, gli esiti definitivi del processo bis ‘La Svolta’ hanno accertato l’operatività di almeno due cellule criminali originariamente collegate che, in considerazione del diverso modus operandi, si sono rese progressivamente autonome. La strategia della sommersione e del low profile è stata perseguita dal gruppo dei Marcianò di Delianuova (Reggio Calabria), propaggine delle cosche Piromalli e Mazzaferro della piana di Gioia Tauro. Analogamente, è definitivo il riconoscimento giudiziario della ‘diramazione associativa’ o ‘locale’ di Bordighera, che fa capo al gruppo ‘Barilaro-Pellegrino’, espressione della cosca Santaiti-Gioffè di Seminara, sodalizio che negli anni avrebbe esercitato un controllo del territorio con le tradizionali modalità mafiose.
Nel 2011 il Tribunale di Imperia aveva disposto per il gruppo dei Pellegrino l’applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale, in considerazione della pericolosità sociale ‘qualificata’ conseguente ai collegamenti con la ‘ndrangheta seminarese. Il provvedimento aveva anticipato gli esiti della successiva operazione ‘La Svolta’, con la quale veniva ulteriormente documentato come il gruppo fosse di fatto portatore di una capacità d’intimidazione tipica dell’agire mafioso nei paesi d’origine.
In questo ambito si è collocata la vicenda giudiziaria di un giovane esponente del clan che, il 23 dicembre 2020 è stato tratto arrestato dai Carabinieri di Ventimiglia per l’omicidio di del francese di origini calabresi Giuseppe Fedele, narcotrafficante attivo tra la Costa Azzurra e l’estremo ponente ligure. La sentenza nei confronti di Domenico Pellegrino, ha visto la condanna, con la sussistenza dell’aggravante mafiosa. “L’omicidio – viene evidenziato nella relazione - verosimilmente maturato in un contesto di narcotraffico, sarebbe stato eseguito con ‘modalità complessivamente rievocative di una sorta di esecuzione’ ritenute coerenti sia con l’ambiente in cui si muoveva l’autore dell’omicidio, ‘vicino’ a contesti ‘ndranghetisti di Ventimiglia, sia con quello della vittima".
Nel semestre, si è svolto anche il primo grado del processo relativo all’operazione antidroga ‘Ponente Forever’, condotta anche mediante i canali di cooperazione internazionale con la Gendarmeria francese. L’attività investigativa aveva consentito, nel settembre 2020, di arrestare l’uomo a Sanremo, in quanto ritenuto a capo di un gruppo criminale con base logistica nell’imperiese che si approvvigionava di ingenti quantitativi di cocaina da un’altra organizzazione albanese. Il Tribunale di Genova il 17 gennaio 2022 ha emesso nei suoi confronti una sentenza di condanna, sia per lo smercio di stupefacenti che per aver favorito un latitante esponente di vertice della cosca Gallico. Nell’ambito dello stesso procedimento è stato condannato, per la stessa imputazione, anche un esponente della famiglia Magnoli di origine calabrese e radicata in Costa Azzurra (Francia).
Nella relazione della Dia, sempre con riferimento a pregiudicati di origine calabrese, contigui a contesti di ‘ndrangheta reggina, il 3 marzo 2022 è stato arrestato dai Carabinieri ad Ospedaletti, un uomo originario di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) da tempo residente a Sanremo, responsabile di associazione finalizzata al narcotraffico dalla Calabria verso il Nord Italia.
Le investigazioni concluse negli anni hanno dimostrato come le organizzazioni calabresi rappresentino una importante presenza criminale nel territorio, con strutturate proiezioni operative. In particolare, già gli esiti dell’operazione ‘Crimine’ avevano qualificato la Liguria come una macroarea criminale delle cosche calabresi, mentre recenti riscontri giudiziari hanno documentato l’operatività di quattro formazioni ‘ndranghetiste, tra cui due nella nostra provincia, a Ventimiglia e Bordighera (IM).
In merito alle altre matrici criminali, alcune attività preventive e repressive eseguite anche fuori distretto hanno evidenziato la presenza nella Regione di sodalizi di camorra e di mafia siciliana, tuttavia non stabilmente strutturati.
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