La difficile situazione determinatasi nel Terzo Polo, dove il percorso di fusione tra Azione e Italia Viva sembra segnare il passo, non può non ripercuotersi in ambito locale, dove quest’area politica, in alcune realtà cuneesi, alle ultime politiche, ha ottenuto percentuali di consenso a due cifre.
Si registra un certo sbigottimento per la piega che hanno preso gli eventi, ma nonostante ciò le personalità politiche che, in ambito locale, si stavano adoperando per il progetto restano moderatamente fiduciose, in attesa che passi la “nuttata”.
Così Francesco Hellmann, uno dei due coordinatori provinciali di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi: “Personalmente – afferma - mi richiamo alle parole di Luigi Marattin quando dice il percorso di partito unico deve andare avanti.
Italia viva non frappone ostacoli a questo percorso e anche a livello locale abbiamo costruito una rete di collaborazione con azione che non può andare dispersa”.
Anche da Azione, Enrico Costa – pur con la prudenza che il suo ruolo di vicesegretario nazionale richiede – non ritiene che si sia di fronte all’irreparabile.
“Continuo fermamente a credere alla necessità di un partito unico e per questo sto lavorando. Ritengo il percorso inevitabile per entrambi e soprattutto nell’interesse del Paese. Non mi sottraggo alle difficoltà del momento – si limita ad aggiungere il deputato – ma non è il momento di mettere in piazza un dibattito interno che è fisiologico nella fase di nascita di un nuovo partito. Sono fiducioso – conclude Costa – che presto tornerà il sereno”.
L’area terzopolista, nel Cuneese, conta su di una significativa presenza a partire dall’Amministrazione provinciale, dove annovera, oltre al presidente, Luca Robaldo, tre consiglieri della lista “Granda in Azione”, Pietro Danna, Vincenzo Pellegrino e Annamaria Molinari, accanto a sindaci e vari amministratori comunali.
La burrasca determinatasi nel rapporto tra i due leader nazionali, Matteo Renzi e Carlo Calenda, personalità entrambe esuberanti, avviene nel momento in cui il Terzo Polo stava scaldando i motori in vista della tornata elettorale del 2024 dove – insieme alle europee e alle regionali – si voterà nella Granda anche in quattro delle sette “sorelle”, Alba, Bra, Fossano e Saluzzo.
Se dalla Granda si cerca di gettare acqua sul fuoco, le rispettive artiglierie continuano però a martellarsi a vicenda.
I prossimi giorni saranno decisivi per capire se questo matrimonio s’ha o no da fare.
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