“Questa manifestazione era mirata al blocco della città”. A dirlo è Franco Caruso, titolare della Edil Caruso e tra i protagonisti della manifestazione degli edili che da questa mattina sono partiti in corteo, due convogli da ponente e uno da levante che si sono uniti alla Foce arrivando poi in piazza De Ferrari e da lì a piedi fino a piazza Corvetto. Secondo i numeri forniti da Caruso sono 600 i mezzi e circa tremila le persone che stanno partecipando alla manifestazione.
La ditta di Caruso è stata aperta nel 1975 dal padre. “Cercavo di tramandarla anche ai miei figli, - spiega Caruso a La Voce di Genova - ma in questa situazione mi sembra difficoltoso farlo, in questo momento senza liquidità non riusciamo a pagare i dipendenti, fornitori, appaltatori e artigiani. I crediti non si riescono a cedere perché le banche hanno chiuso gli sportelli, il governo rimane alla finestra a guardare senza trovare una soluzione a questa problematica che sta facendo rischiare di fallire migliaia di imprese”.
“Oggi ci sono più di 600 mezzi sulle strade con tremila dipendenti al seguito, - continua - più di così non potevamo neanche immaginarlo. Questo è avvenuto perché il problema è reale, rischiamo il fallimento. Non è un problema solo dei genovesi, ma a livello nazionale, il governo non può fare finta di niente, qui abbiamo dei numeri, ma anche a Torino, a Napoli, a Palermo, a Roma ci saranno manifestazioni che si stanno organizzando sempre in merito a questo argomento. È una questione che bisogna risolvere.
Sin dall'inizio abbiamo chiesto scusa alla cittadinanza per il disagio che andavamo a creare, però a differenza della prima manifestazione questa era mirata al blocco della città per fare presente la problematica e renderla partecipe alla cittadinanza. Non si può fare finta di niente su queste cose, c'è la vita dei dipendenti, il futuro dei figli e delle imprese. Non possiamo rischiare tutto questo per un governo che ha tradito le aspettative, che ha progettato un'agevolazione che non ha portato a termine e chi è rimasto col cerino acceso siamo noi imprese e questo non è giusto. Il governo ha creato il problema e deve risolverlo”.
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