Il Nazionale

Cronaca | 06 marzo 2023, 13:53

Gli anarchici devastano Torino, la paura dei negozianti: “Noi chiusi in magazzino con le luci spente” [VIDEO]

Danni per decine di migliaia di euro, negozi devastati. Il centro storico di Torino si lecca le ferite dopo la devastazione anarchica: “C’è tanta rabbia, non capiamo questo accanimento: perché prendersela con noi?”

Gli anarchici devastano Torino, la paura dei negozianti: “Noi chiusi in magazzino con le luci spente” [VIDEO]

Prima il terrore, poi la rabbia. A 36 ore dalla devastazione anarchica, i commercianti del centro storico si ritrovano a fare i conti con i danni e i disagi provocati dal corteo che sabato ha messo a ferro e fuoco Torino.

E’ surreale il clima che si respira in via della Consolata, dove imprese di pulizie e negozianti lavorano per ritornare alla normalità.  La paura non è passata, come raccontato da una commerciante di Primadonna, all’incrocio tra via Garibaldi e via della Consolata: “Ringraziando Dio la polizia è entrata, ha chiesto di spegnere le luci e chiudersi dentro. Le due commesse si sono chiuse in magazzino, ma immaginate due ragazze al buio. Sentivano boati enormi, avevano paura entrassero: una ragazza è sotto choc”.




Il primo preventivo è di 5.000 euro, a cui si aggiungono i soldi spesi per pagare le guardie notturne a presidio del negozio da sabato sera. E non solo: anche l’impresa delle pulizie, che in queste ore prima della riapertura prova a togliere schegge finite in ogni angolo del negozio. “C’è tanta rabbia, non capiamo l’accanimento”.

Per proseguire nella passeggiata della devastazione basta camminare per la via, seguendo i sanpietrini divelti, i cartelli sradicati e i vetri delle auto rotti. Davanti alla chiesa della Consolata la bestemmia è stata coperta da vernice e lo stesso è accaduto con le scritte sull'obelisco di piazza Savoia.

Un materasso chiude la vetrina abbattuta del negozio di divani RocheBobois: "Ci hanno tirato dentro un fumogeno, hanno sfondato la vetrina: l’abbiamo chiusa con un materasso".

Il racconto della titolare, che ha dovuto pulire anche gli interni dei divani, imbottiti e pieni di schegge di vetro, è pieno di amarezza: "Alle 19 abbiamo chiuso, siamo andate via perché arrivava il corteo: 15 minuti dopo siamo dovute tornare indietro, avevano sfondato le vetrine".

Oltre al disagio c'è ora la conta dei danni, che è ingente. "C’è rabbia? Si, certo. Siamo rimasti a bocca aperta, non ci aspettavamo una veemenza cosi". E a quel sentimento si va ad aggiungere l'incredulità: "Perché hanno colpito noi, persone comuni? Non saprei, credo ci sia rabbia che venga sfogata a caso".

Andrea Parisotto

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