Il Nazionale

Politica | 24 febbraio 2023, 12:15

Un anno di guerra in Ucraina, stasera Torino in piazza per lo stop al conflitto. La testimonianza: "Non voglio morire ora"

Appuntamento dalle 20.30 in piazza Borgo Dora per la fiaccolata. Questa mattina al Segrè la testimonianza di una giovane ucraina

Un anno di guerra in Ucraina, stasera Torino in piazza per lo stop al conflitto. La testimonianza: "Non voglio morire ora"

24 febbraio 2022. Oggi, esattamente un anno fa, iniziava la sanguinosa guerra tra Russia e Ucraina. A distanza di 12 mesi Torino, così come il resto d'Italia, scende in piazza per chiedere lo stop al conflitto ed esprimere solidarietà al popolo ucraino. Questa sera Europe For Peace, Agite, Anpi, Cgil, Cisl e Uil, Acli, Arci, Acmos, Sermig, comunità Valdese e Sant'Egidio e tanti altri hanno promosso una fiaccolata, con partenza alle 20.30 da piazza Borgo Dora e arrivo in piazza Palazzo di Città alle 21:30.

"Alle 5 di mattina la telefonata di papà: è iniziata la guerra" 

E in occasione del tragico anniversario, gli studenti del liceo scientifico Gino Segrè hanno organizzato un incontro con il console onorario ucraino Dario Arrigotti, così come altri testimoni diretti e indiretti della guerra. Prima a prendere la parola una studentessa di origine ucraina arrivata in Italia 6 anni fa. "Non dimenticherò mai - ha raccontato - la mattina del 24, quando ho ricevuto una telefonata da mio papà alle 5 di mattina, che mi ha detto: la guerra è iniziata, stanno bombardando la capitale, ma siamo al sicuro".

"In quel momento - ha proseguito la giovane in lacrime - non potevo capire, così come non lo capisco neanche oggi, come una cosa del genere possa accadere nel XXI secolo".

"Non voglio morire ora" 

La giovane è tornata in Ucraina la scorsa estate: attorno a lei paese e città distrutte dalle bombe, come ragazzi della sua età mandati a combattere. "Quasi ogni giorno - ha ricordato del suo viaggio nel paese natio - si accendono le sirene: una sera erano fortissime, ero sola in casa, e per un secondo ho pensato non voglio morire adesso. Col tempo ci si abitua: abbiamo festeggiato il Natale senza luce, con una torcia e una candela". 

"Indipendenza e libertà Ucraina valore condiviso" 

Ad intervenire, in collegamento web, il console onorario ucraino Arrigotti. "La storia oggi ci insegna che la libertà e l'indipendenza hanno un prezzo da pagare. Ci dobbiamo rendere conto che abbiano la straordinaria opportunità di continuare a vivere nella libertà e dobbiamo sostenere la lotta di chi lotta per la sua".

E Arrigotti lancia anche un messaggio chiaro a chi vorrebbe che l'Italia, così come gli altri Stati, smettesse di aiutare l'Ucraina. "I pacifisti - ha concluso - non capiscono che se domani dovesse succedere qualcosa a Zelensky ci sarebbe qualcun altro al suo posto, perché l'indipendenza e libertà dell'Ucraina sono un valore condiviso".

"Ho toccato la paura delle persone" 

A portare la sua testimonianza infine il Distretto Rotary 2031 Piemonte e Valle d’Aosta, che fin dagli esordi della guerra ha mandato aiuti all'Ucraina, così come fatto uscire e riportato poi in patria donne e bambini. "Sono stata - spiega Donatella Sorrentino - due volte al confine: la prima 3 settimane dopo l'inizio del conflitto, nel Centro umanitario in Polonia di Przemysl. La seconda volta a luglio con dei profughi che volevano tornare a Leopoli".

"Il primo viaggio - continua - è stato molto forte: ho toccato la guerra, la paura delle persone che dovevano scegliere le poche cose da portare via dalle loro case per metterle in valigia o dentro una borsa del supermercato".

Cinzia Gatti

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