Le immagini della carica di Erlacher, capitano dell'Appiano, contro il portiere dei Mastini Rocco Perla che vi proponiamo lasciano amarezza e rabbia. Amarezza perché caricare un portiere dietro la balaustra com'è accaduto non rispecchia i valori di questo sport dove ci si affronta a muso duro, non solo con le stecche, ma fatto di regole non scritte come quella di non toccare il portiere nemmeno con un dito. E, infatti, quando succede la squadra, toccata nel suo cuore forte ma anche più "indifeso" di fronte a colpi proibiti, schiuma rabbia visto che il vero scudo del portiere sono i suoi compagni: ai tempi della Kronenbourg, cosa sarebbe successo a quell'avversario che avesse osato caricare Jim Corsi?
Rabbia perché, di fronte a una carica che provoca una botta alla testa a un giocatore così sensibile e se vogliamo fragile come un portiere, tra l'altro, pulito e corretto anche nell'utilizzo del bastone, i due minuti di penalità stridono e fanno a pugni con quanto si vede dalle immagini e con quello che tutti avevano già visto sul ghiaccio di Appiano.
Il portiere è sacro: che si chiami Rocco Perla, che aspettiamo in pista già sabato prossimo, Rudy Rigoni (Pergine), Daniel Morandell o Alex Andergassen (Caldaro) o Alex Paller (Appiano). Ci si affronta con le buone ma anche con le cattive maniere durante la partita, ma lo si fa tra giocatori che lottano ad armi pari, non contro chi non può difendersi con la stessa forza e lo stesso "equipaggiamento", occupando il ruolo più decisivo ma anche più delicato dell'hockey. Ed è per questo che va difesa questa "sacralità", in primis dagli arbitri come, invece, non è accaduto ieri sera.
Scene come quella di Appiano non dovranno più ripetersi. Non è questo l'hockey che ci piace.
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