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Politica | 19 febbraio 2023, 07:50

Cuneo, il “Centro” e parte della maggioranza fanno ingoiare alla sindaca il rospo del biodigestore

Dopo il “contrordine compagni” acque agitate nel Pd, dove la vittoria del primo round congressuale dell’onorevole Gribaudo è stata funestata dal cambio di rotta della Manassero. Cala il gelo tra le due “zarine”, entrambe sostenitrici di Schlein, mentre si apre un fronte di ostilità con Borgo San Dalmazzo

Cuneo, il “Centro” e parte della maggioranza fanno ingoiare alla sindaca il rospo del  biodigestore

Nel mondo politico provinciale, e a Cuneo in particolare, non si parla d’altro: l’inversione 'ad U' della sindaca Patrizia Manassero sul biodigestore di Borgo San Dalmazzo. E i retroscena –come succede in analoghe circostanze – si sprecano.

Che “la notte prima degli esami” sia sempre stata travagliata lo ha documentato anche la cinematografia. Per la sindaca di Cuneo, l’esame (senza possibilità di appello) è stato condotto da una commissione di cui facevano parte rappresentanti dei gruppi della maggioranza, compresa una buona fetta di consiglieri del suo partito.

Pare che non le siano state fatte troppe domande. Semplicemente le è stato detto che loro – rispetto all’impianto di Borgo - la pensavano come il suo predecessore, Federico Borgna, e che non bisognava lasciare cadere l’opportunità di un finanziamento tanto rilevante legato al Pnrr. Nessuno – pare – abbia usato toni sopra le righe o anche solo velatamente minacciosi. Non è stato necessario: la sindaca ex senatrice ha capito immediatamente.  Nonostante meno di 24 ore prima si fosse pronunciata contro, ha fatto un repentino dietrofront allineandosi al volere della sua maggioranza (con qualche sparuto ma irrilevante distinguo).

La regìa politica dell’operazione, che ha trovato ampio sostegno, è stata del maggior partner di coalizione del Pd, la lista civica “Centro per Cuneo”, che in questa circostanza si è presa la rivincita dopo che, in fase preelettorale, si era vista negata la possibilità di esprimere il candidato sindaco. Una vicenda, quella vissuta ier l’altro dalla politica cuneese che – volendo cercare riferimenti letterari – potrebbe collocarsi a metà tra il kafkiano e il guareschiano. Ma forse è a Guareschi il riferimento più consono con quel suo celeberrimo “Contrordine compagni!”.

Le conseguenze sono state dirompenti: è calato il gelo con la deputata Chiara Gribaudo, a fianco della quale Manassero fino a poche ore prima aveva festeggiato la vittoria di Elly Schlein in provincia, e contemporaneamente si è aperto un fronte di ostilità con la sindaca di Borgo, Roberta Robbione.

Ora le due “zarine”, le donne più influenti del Partito Democratico nella Granda, sono ai ferri corti, accomunate dall’essere entrambe “perdenti di successo”, per rubare un’espressione che Giampaolo Pansa nel suo 'Bestiario' su L’Espresso aveva affibiato a Valter Veltroni.

La sindaca ha salvato la pelle mentre la deputata, di origini borgarine, che aveva dato ampie rassicurazioni alla “sua” sindaca deve cercare giustificazioni difficili da trovare.

Non è peregrino osservare che Gribaudo vince il congresso ma perde una partita di non poco conto in casa. Tutto questo quando manca una settimana al rush finale dove si deciderà chi,  tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini, sarà chiamato a sostituire il segretario nazionale, Enrico Letta.
    
Sul più prosaico piano amministrativo, va da sé che rientra il ventilato “rimpasto” di giunta, che avrebbe richiesto il sacrificio di almeno uno dei due assessori sostenitori di Bonaccini, Sara Tomatis o Gianfranco Demichelis. Da lunedì la maggioranza che governa Cuneo riprende la navigazione, che sarà a vista, perché tutti hanno contezza di quante siano le mine disseminate sulla rotta.

Giampaolo Testa

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