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Politica | 18 febbraio 2023, 07:15

Bongioanni sui mancati canoni idrici alla Provincia: “Fatti, non proclami!”

Il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia considera pretestuosa la polemica politica scatenatisi. “Se Robaldo e i consiglieri vogliono incontrarci, la porta è aperta. L’importante – dice – è che le risorse vadano a vantaggio della montagna”

Bongioanni sui mancati canoni idrici alla Provincia: “Fatti, non proclami!”

La vicenda dei mancati canoni idrici alla Provincia sta suscitando varie prese di posizione di gruppi e forze politiche dal momento che rischia di portare l’Amministrazione provinciale di Cuneo al pre-dissesto finanziario.

Per cercare di far quadrare i conti del bilancio si prospettano inasprimenti fiscali, aumento dell’uso dell’autovelox  e tagli a servizi importanti, in primis viabilità ed edilizia scolastica.

Abbiamo interpellato il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Bongioanni, autore della modifica legislativa che tanto putiferio sta suscitando per cercare di capirne di più.

 

Consigliere Bongioanni, sulla base di quali criteri aveva proposto l’emendamento che prevede la corresponsione dei canoni idrici ai Comuni montani e non più alla Provincia?

 

“Ho scritto nel 2020, come legislatore, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, una modifica  legislativa che destina il 50% dei canoni idrici prodotti in provincia di Cuneo al nostro territorio per manutenzione,  risistemazione, asfaltatura delle strade dei Comuni totalmente montani, con una percentuale del 10% della cifra prodotta, che si aggira intorno ai 4 milioni di euro, somma destinata alle strade bianche. L'ho fatto per ridare un minimo di dignità alla montagna che produce, che dà e non riceve”. 

Cerchiamo di spiegare i termini del problema anche ai non addetti ai lavori..

“Nella prima stesura scrissi che i fondi venivano trasferiti all'Amministrazione provinciale da destinarsi ai Comuni in accordo con la Regione. L'anno successivo, cioè nel 2021, ho modificato il mio provvedimento legislativo aggiungendo che le risorse potevano essere destinate alla Provincia o ai Comuni totalmente montani perché noi non vogliamo burocratizzare ma snellire le pratiche. In questo caso il legislatore, che sono io, ha cercato di alleggerire le procedure, lasciando la discrezionalità di evitare il filtro della Provincia, che serviva esclusivamente come partita di giro, trasferendo le risorse direttamente ai Comuni eliminando così uno step”.

Mi faccia capire, la Provincia non è quindi esclusa a priori?

“Ribadisco che c'è una "o", quindi si può fare in un modo o nell'altro o anche parzialmente. Mi lasci dire che ritengo quindi la sceneggiata in atto, un'azione politica strumentale e fine a se stessa, che non rispetta chi vive, lavora e produce in montagna. Dettata, evidentemente, dal timore delle elezioni dirette del presidente della Provincia e dei consiglieri che avremo nel 2024”.

Ieri, in Consiglio provinciale, è stato evidenziato che si tratta di un atto discriminatorio nei confronti del Cuneese. Che cosa risponde?

“È l'esatto contrario. Chi lo ha detto o non capisce o fa proclami dettati da posizioni politiche non rispettose del territorio. Il mio secondo emendamento nasce per dare più attenzione alla montagna e a chi i canoni li produce. Teniamo conto che sono solo tre le Province piemontesi che hanno questo ritorno: Verbano Cusio Ossola, Torino e Cuneo.  Per le altre Province le cifre sono irrisorie. La Provincia di Cuneo, dunque, non è stata discriminata dal mio provvedimento, semmai è stata “beneficiata” perché, se non ci fosse stato il mio intervento, le risorse sarebbero andate solo ed esclusivamente al Verbano”.

Pare – stando a quanto emerso dal dibattito nel Consiglio provinciale di ieri – che Cirio non ne fosse informato. Lo hanno affermato sia il presidente Robaldo che il consigliere Dovetta… 

“Mia nonna mi diceva di non parlare da sciocco, perché altrimenti si diventa sciocchi. Davvero Robaldo e Dovetta pensano che un governatore come Alberto Cirio non sia a  conoscenza delle leggi che vengono approvate dai suoi consiglieri? E pensano che non ci sia un rapporto costante e quotidiano tra il governatore e il capogruppo di quello che oggi è il partito di maggioranza in Italia?”

A questo punto come se ne può uscire?

“Al netto del fatto che non riesco a capire come si siano potute iscrivere risorse in un bilancio quando le stesse non sono ancora state assegnate da alcuna parte, chiunque abbia un barlume di conoscenza di come si gestisce un bilancio sa che si possono iscrivere risorse solo quando queste seguono delle determine che le assegnano. Ciò premesso, non penso che siano comunque le risorse dei canoni idrici necessarie a far chiudere un bilancio provinciale”.

E allora?

“L'importante, a mio avviso, è che i canoni continuino ad arrivare al territorio della provincia di Cuneo. Non è il percorso che importa ma il risultato che conta. Grazie a Dio la prossima primavera torneremo a votare per le elezioni del presidente della Provincia e dei consiglieri con un Ente che riacquisirà deleghe, risorse e rapporto con il territorio, e dove saranno i cittadini a scegliersi i loro amministratori”.

La prossima settimana il presidente Robaldo e i consiglieri provinciali faranno pervenire al presidente della Regione Cirio e ai consiglieri regionali eletti nel Cuneese una formale richiesta di incontro tra le due istituzioni per esaminare la questione. Accetterete di incontrarli?

“Nessuno ha mai negato incontri. Se Robaldo vuole venire a trovarci a Torino o in altra sede la porta è sempre aperta. Io, per esempio, ieri mattina ero con lui a parlare di foibe ma non mi ha fatto cenno alla questione. Tuttavia, ritengo che il confronto debba avvenire sulla base della serietà e non partendo da posizioni politiche preconcette, strumentali al fare rumore contro una determinata parte politica”.

Per restare sul pratico, cosa propone?

“Suggerisco di non vivere solo di proclami ma di provare a passare ai fatti”.

Giampaolo Testa

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