Il Nazionale

Politica | 17 febbraio 2023, 17:15

Fratelli d’Italia Busto, passo indietro di Nardi: «Dimissioni previste, ma lascio con l’amaro in bocca»

Massimiliano Nardi non è più il presidente del circolo di Busto Arsizio di Fratelli d’Italia. La decisione, assicura, è dovuta principalmente a impegni lavorativi. Ma senza nascondere la delusione per la mancata candidatura alle regionali di Francesco Lattuada

Fratelli d’Italia Busto, passo indietro di Nardi: «Dimissioni previste, ma lascio con l’amaro in bocca»

Massimiliano Nardi non è più il presidente del circolo di Busto Arsizio di Fratelli d’Italia. Oggi ha comunicato tramite email le sue dimissioni al referente provinciale Andrea Pellicini, anticipate da una telefonata a quest’ultimo e al collega deputato Andrea Mascaretti. Poi ha avvisato anche il direttivo, il circolo cittadino e il sindaco Emanuele Antonelli.
Difficilmente qualcuno di loro sarà rimasto sorpreso, perché la notizia era nell’aria. «Era già previsto che mi dimettessi prima delle elezioni regionali», precisa Nardi. Ma, inutile nasconderlo, a causa della querelle Lattuada – con la mancata candidatura dello storico esponente della destra cittadina su cui aveva puntato il circolo bustocco – lascia «con l’amaro in bocca».

Tre anni di soddisfazioni

La motivazione principale delle dimissioni riguarda gli impegni lavorativi. Gli stessi per i quali «la mia possibile candidatura alle regionali era rimasta in bilico. Poi la disponibilità di Checco Lattuada ha tolto le castagne dal fuoco. L’impegno politico, se si vuole lavorare bene – come ho provato a fare, non so se ci sia riuscito, i numeri direbbero di sì – richiede tempo, non basta la passione, in particolare in un momento in cui ci sono anche visioni differenti. In questo momento non ho la possibilità di mettere molto sul tavolo, se non l’esperienza che rimane a disposizione del circolo, se lo riterranno. Io faccio solo un passo di lato».

Mentre Nardi ripercorre gli oltre tre anni alla guida del circolo intitolato a Giorgio Almirante, si percepisce il peso di questa scelta: «Non ho nulla per cui recriminare. Chi fa può sbagliare e forse ho sbagliato qualcosa, ma ho sempre lavorato per circolo e non per me stesso. E per questo mi dispiace dimettermi: ho lavorato per crescere e portare avanti una politica del fare. Non è sempre facile all’interno di in una coalizione. Ma non posso che ringraziare le segreterie (dei partiti di centrodestra che compongono la coalizione, ndr), perché il dialogo c’è sempre stato».

Nardi parla di «tre anni belli. Siamo partiti nel momento difficile del Covid, in un circolo piccolo, confuso sotto certi aspetti. Ci siamo organizzati, superando qualche problema e costruendo un percorso solido. Non certo da solo, ma con qualche altro amico, in primis Checco Lattuada, a cui non posso che dire grazie».

L’ormai ex presidente cita l’importanza della sede inaugurata a Busto, la crescita del partito a livello locale e nazionale. «Abbiamo lottato per la ricandidatura del sindaco Antonelli, difendendo anche la presenza della lista civica, sapendo che avrebbe raccolto una trasversalità di consensi che un partito non avrebbe raggiunto, pur consapevoli di perdere qualche punto percentuale».
Una «bella vittoria» cui ha fatto seguito «il risultato storico delle nazionali, sebbene il nostro Andrea Tomasini fosse in una posizione di lista che non gli consentiva di essere eletto. Il 30 per cento ottenuto a Busto si spiega col traino della leader Giorgia Meloni, ma noi non ci siamo mai tirati indietro quando si è trattato di lavorare, sempre presenti in piazza, anche con flash-mob e proteste emblematiche».

«Io esautorato, bisogna dare più peso al territorio»

Poi il patatrac delle regionali, con la mancata candidatura di Lattuada per il niet dei “piani alti” del partito e l’inserimento in lista last minute di Luca Folegani.
«Avevo già detto che mi sarei dimesso per impegni di lavoro e perché era giusto farsi da parte al termine di un ciclo – spiega Nardi –. Poi è successo quello che è successo: la scelta del partito di non candidare Checco mi ha lasciato perplesso e con l’amaro in bocca. Era un progetto inserito in un percorso politico che arriva da lontano. Lui in passato è stato etichettato di cose cadute nel nulla. È stato “filtrato” ed è uscita acqua pulita. Sono deluso dalla decisione del partito: ho combattuto, litigato, discusso. Ma l’ho accettata».

Si è sentito scavalcato? «Sicuramente, perché se la decisione arriva dall’alto vieni esautorato. Ci sta e fa parte del gioco. Ma, in generale e non solo in questo caso, l’errore è quello di non dare maggior peso ai circoli territoriali, soprattutto quelli ben strutturati. Bisognerebbe sempre dare più ascolto al territorio».

Nardi cerca di evitare toni polemici: «Ho criticato modalità e tempistiche. Pur capendo che in quel momento per il partito la priorità era la legge finanziaria, è difficile iniziare la campagna elettorale in ritardo rispetto agli altri».

Dunque le dimissioni. Senza l’episodio delle regionali «sarebbero forse arrivate un po’ meno rapidamente, ma ora è giusto dare un taglio netto. Ripeto, sono quasi esclusivamente dovute al lavoro, ma non lascio col sorriso come avrei voluto».

Per la candidatura di Lattuada, tra l’altro, si era speso pubblicamente anche il sindaco Antonelli. «Con lui, come capita con le persone dal carattere forte, ci sono state discussioni anche veementi, ma sempre in un’ottica costruttiva. Non posso che ringraziarlo per suo lavoro. Anche lui c’è rimasto male per Lattuada, ma poi si è messo a disposizione del partito. Ovviamente è deluso anche dal risultato del voto in Provincia e anche lì ci sono aspetti che andrebbero analizzati. In ogni caso, con lui c’è un rapporto di stima e amicizia».
Nardi, di certo, resta a disposizione del partito. Anche Antonelli rimarrà senza esitazioni in Fratelli d’Italia? «Penso proprio di sì, ma dovete chiedere a lui».

Riccardo Canetta

Commenti