"Andrò avanti fino alla fine, contro il 41 bis e contro l'ergastolo ostativo. La vita non ha senso in questa tomba per vivi". Le parole di Alfredo Cospito, anarchico in sciopero della fame da quasi 100 giorni perché sottoposto al regime del carcere duro, risuonano forte nell'Aula magna del Campus Einaudi. E vengono accolte da un applauso scrosciante.
L'applauso di anarchici e studenti
E' l'applauso degli anarchici e studenti che dopo aver sfilato in corteo dalla sede dell'amministrazione penitenziaria al Campus, hanno dato vita a un dibattito. Un'assemblea in cui è intervenuto anche l'avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, e alcuni docenti dell'ateneo, oltre alla consigliera comunale Sara Diena (Sinistra Ecologista).
"La lotta di Davide contro Golia"
"La lotta intrapresa da Alfredo sembra impari, come quella di Davide contro Golia" ha affermato l'avvocato Rossi Albertini. Il legale di Cospito, collegato in remoto, ha definito la vicenda "complessa e sproporzionata, che riguarda gli aspetti del nostro ordinamento giuridico". Da qui l'analisi sulla nascita del 41 bis e di quel carcere duro pensato per combattere i mafiosi: "La magistratura intraprese una battaglia contro quel fenomeno, ma la magistratura non dovrebbe operare una battaglia: non c'è una guerra in corso. Se il magistrato diventa un magistrato combattente, si arruola in un campo per contrastarne un altro, c'è una trasfigurazione della giurisdizione".
"Una battaglia fatta per conto di altre 728 persone"
Quel che è certo è che la sfida di Cospito allo Stato è oggi totale: "Anche se dovessero revocargli il 41 bis, cesserebbe lo sciopero della fame ma non interromperebbe la lotta per l'abolizione di questo articolo" è il pensiero del legale. "Alfredo ha compreso che la sua condizione è quella di altre 728 persone" è la motivazione che secondo l'avvocato Rossi Albertini continuerà ad animare la lotta in carcere del leader anarchico, trasferito ieri a Milano da Sassari.
Cospito è costretto all’isolamento in una cella piccola, di 2 metri per 3, con due ore d'aria al giorno, in gruppi di massimo quattro persone. Un solo colloquio al mese consentito con i soli familiari con vetro divisorio a tutt’altezza e sotto controllo audio e video, una sola telefonata di dieci minuti al mese a cui si ha diritto dopo i primi sei mesi ma solo in sostituzione del colloquio, visto di controllo sulla corrispondenza, divieto di ricevere e inviare libri da e verso l’esterno, limitazioni sugli oggetti.
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