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Sport | 31 dicembre 2022, 16:48

La crisi di Cuneo Volley, interviene il presidente Costamagna: "Nessuno è in discussione, ma ognuno faccia la propria parte"

Bilancio di fine anno per la massima carica societaria: "Il cambio del tecnico? Una scelta che rifarei". Sulla fragilità in trasferta: "Troppe incertezze ed alibi". Sul futuro: "Presto due nuove figure, ma dalla squadra mi aspetto meno presunzione"

La crisi di Cuneo Volley, interviene il presidente Costamagna: "Nessuno è in discussione, ma ognuno faccia la propria parte"

Quella di Cuneo è una piazza storicamente importante nel panorama della pallavolo maschile italiana. Una storia lunga quasi 70 anni, era il 1958 quando il Cuneo VBC gettava le basi di quella che sarebbe stata un’incredibile avventura sportiva, bruscamente interrotta nel 2014 dopo l’abbandono di Valter Lannutti da main sponsor della prima squadra.

Furono giorni difficili, ma il germe del volley era ormai ben saldo nei cuneesi, radicalmente attaccati a questo sport. Di pari passo al settore maschile cresceva la voglia di vedere la grande pallavolo a Cuneo anche nel femminile, mentre nel 2015 un gruppo di giovani appassionati fondava sulle ceneri del glorioso VBC una nuova realtà, il Cuneo Volley.

Sulle prime vi fu un tentativo da parte dell’ex sindaco Federico Borgna, insieme con il suo assessore allo sport Valter Fantino, di riunire sotto un’unica polisportiva le due realtà (oltre la pallapugno), ma ben presto l’esperimento si concluse con un nulla di fatto. Ognuno prese la propria strada, spesso lastricata da incomprensioni e ripicche.

Cuneo Volley inizia così la propria avventura sportiva in serie B2, poi l’acquisto del titolo sportivo per la A2 cui fa seguito subito un’amara retrocessione ed infine il ritorno tra i cadetti ancora con l’acquisizione del titolo sportivo nel 2019. I difficili anni della pandemia coincidono con i migliori risultati della squadra.

Il resto è storia recente con la fantastica cavalcata della squadra nella stagione scorsa, culminata con la partecipazione a due Finali. In estate, dopo un rimescolamento di carte all’interno del proprio assetto, il passaggio di Gabriele Costamagna nel ruolo di presidente della società e l’inizio di un nuovo corso. Obiettivo: ritentare la rincorsa all’A1.

Squadra confermata quasi in toto, si opta per una nuova guida tecnica: dopo 4 anni, un paio di semifinali e due finali raggiunte, Roberto Serniotti non viene riconfermato. Al suo posto arriva Massimiliano Giaccardi, 48enne di origini fossanesi ingaggiato dal campionato svizzero dove allenava il Losanna.

Le ambizioni sono alte, ma i risultati non soddisfano. Troppo altalenanti: squadra schiacciasassi tra le mure amiche, la compagine di Giaccardi lontano da Cuneo non riesce a trovare il bandolo della matassa e perde 6 partite su 6 nell’andata di regular season qualificandosi da ottava per la griglia della Coppa Italia.

Inizia il girone di ritorno e la squadra si scopre vulnerabile anche in casa perdendo il confronto con Brescia, poi appena tre giorni fa esce anzitempo dalla Coppa perdendo malamente in Calabria contro Vibo Valentia.

Nell’ultimo giorno dell’anno abbiamo incontrato il presidente Gabriele Costamagna. Con lui tracciamo un bilancio del 2022 che sta per andare in archivio, con l’occhio rivolto ai 365 giorni che verranno.

Presidente, qual è il bilancio di questo 2022?

Va diviso in due semestri. La parte bella è stata quella di riportare il grande volley maschile a Cuneo. Rivedere il taraflex tricolore al palazzetto per Finale di Coppa Italia è stata un’emozione pazzesca: mentre lo stavano stendendo avevo i brividi. Poi, il palazzetto pieno. Questi sono stati i due momenti più belli, che hanno creato grande entusiasmo intorno alla squadra e che ci ha dato la spinta per affrontare la seconda parte dell’anno in modo convinto. Sono entrati nuovi sponsor, ma anche la conferma dei vecchi che hanno aumentato il loro impegno”.

Fin qui le rose, poi sono arrivate le spine.

Andiamo con ordine e partiamo dai cambi. Dopo 4 anni abbiamo creduto che il ciclo di Serniotti si fosse esaurito: siamo partiti dal basso, poi una A3 per arrivare fino alle due finali dell’anno scorso e per questo non smetterò mai di ringraziare Roberto. Ma alla fine non siamo riusciti a portare a casa neppure un trofeo. I quel momento prendere delle decisioni non è stato facile: o si manteneva l’ossatura della squadra cambiando la guida tecnica, oppure si faceva l’inverso. Abbiamo giocato la prima carta”.

Una scelta che rifarebbe?

Sì, non credo sia stata sbagliata. Il problema attuale è riconducibile ai risultati, ma in quel momento credo sia stata la scelta corretta per il gruppo. Crediamo sia meglio iniziare una cosa e portarla fino alla fine, senza cambiare in corsa: abbiamo atteso che tutto si concludesse, poi abbiamo agito. Ripeto, tornassi indietro farei le stesse cose”.

Oggi la squadra sembra essere finita in un pantano dal quale non è più in grado di uscirne. Perché?

Avessi la risposta avremmo già risolto i nostri problemi. Ho ovviamente un’opinione personale: credo che ogni tanto siamo troppo presuntuosi. Qualcuno sa di avere una carriera importante alle spalle, oppure di aver giocato in campionati importanti e queste presunzioni ci portano a non accettare le situazioni di difficoltà che si creano durante le partite. Spesso non si lotta, non si ha la pazienza di accettare che anche noi possiamo sbagliare”.

Non crede che c’è anche chi ha così tanta voglia di dimostrare il proprio valore che proprio per questo finisce con sbagliare?

Questo è il secondo problema della squadra in questo momento. Tutti i giocatori ci tengono a far bene e a portare Cuneo ai vertici, ma il rovescio della medaglia è che alla fine questa sembra diventata un’ossessione. E quando lo diventa non riesci a fare ciò che in altri momenti otterresti senza essere condizionato dal vincere a tutti i costi”.

Forse la società si è sbilanciata troppo nell’alzare l’asticella delle aspettative? In fondo arrivavate da due finali.

Probabilmente sì. Spingere troppo a livello di comunicazione, unitamente, lo ammetto, ad un’ingenuità personale nel dire le cose, hanno forse creato un alone di entusiasmo eccessivo nell’ambiente. Ma si vince e si perde tutti insieme e se è vero che tra le cose da migliorare ci sono sicuramente le prestazioni di chi sta in campo, anche a livello societario sappiamo recitare il mea culpa: creare troppe aspettative ha messo pressione eccessiva sul gruppo”.

Come spiega la fragilità della squadra in trasferta?

Questa è una cosa ancora più difficile da comprendere. La prima cosa che mi viene da dire è che in casa il pubblico ci sta dando una grossa mano, ed è vero. Ma sarebbe troppo facile. Lontano dal palazzetto si palesano delle incertezze: bisogna cercare di capire in che modo si possono eliminare. I problemi si risolvono se ne capisci il motivo, se invece ne generi altri, insieme con gli alibi, non ne verremo mai fuori. Il cambio di mentalità che auspico è imparare a non focalizzare l’attenzione sul problema, ma generarne la soluzione”.

Il gruppo è unito?

Sì, giocatori e staff. Onestamente non vedo crepe evidenti e per questo resto ottimista per il prosieguo della stagione”.

Allo stato attuale, dunque, nessuno è in discussione?

No. Se mi arrabbio, forse talvolta anche in modo eccessivo, è perché questi ragazzi hanno dimostrato di saper giocare una pallavolo eccellente. Quando giochi così bene e poi finisci in un buco nero come quello in cui ci siamo infilati è perché non vuoi accettare di trovare una soluzione al problema. E questo a me fa vedere rosso. So di avere una squadra interessante, chiedo a tutti di dimostrarlo”.

Cosa vuol dire a tecnico e giocatori?

Di riordinare subito le idee. Mi aspetto meno confusione, più capacità di credere nei propri mezzi e l’abilità di uscire dalle situazioni complicate: tre cose che pretendo”

Non sono proprio cosucce da poco data l’attuale situazione.

La società farà la propria parte attraversi l’inserimento di nuove figure, in grado di dare una mano. Penso all’organizzazione degli aspetti organizzativo-sportivi, ma anche mentalmente. Nei prossimi giorni annunceremo l’ingresso di una nuova figura di grande esperienza essendo stato responsabile risorse umane per una grande multinazionale. Con lui intraprenderemo un percorso di crescita nel management, ma anche sulla parte sportiva per la quale fungerà da mental coach. La seconda figura che presto entrerà a far parte della società sarà quella del direttore sportivo. Una figura molto importante, che in parte in passato ho ricoperto personalmente, ma dopo il passaggio di ruolo non va più bene. Il direttore sportivo deve fungere da filtro tra ciò che sono io e la squadra: è fondamentale per la crescita societaria”.

Nonostante il momento delicato gli sponsor continuano a starvi vicino.

Fortunatamente sì. Una piazza come la nostra deve imparare a convivere con tre situazioni:prima di tutto con se stessa, condividendo gioie e dolori, poi con gli sponsor che danno la linfa vitale. Quando i risultati non arrivano è inevitabile che arrivino anche le loro critiche, ma sono costruttive. Poi ci sono i tifosi, che a loro modo lo sono altrettanto: pagano un biglietto, vedono uno spettacolo che non gli aggrada e ovviamente hanno diritto di lamentarsi. Sto imparando a convivere anche con questo, ma ciò che è interessante che anche i loro sono stimoli positivi”.

Il primo obiettivo è sfumato, resta quello più importante: questa Cuneo è in grado di farcela?

Il primo traguardo che dobbiamo tagliare dal 1 gennaio 2023 è quello di entrare in palestra e avere la convinzione di poter risolvere i nostri problemi. Quello sportivo sarà una conseguenza”.




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