Il Nazionale

Politica | 27 dicembre 2022, 11:33

Fondazioni bancarie tra romantiche suggestioni e prosaiche manovre presidenziali

I percorsi federativi, che pure meriterebbero un’approfondita riflessione, non sono mai decollati perchè risultati finora poco credibili. Difficile che a Torino possa accadere ciò che a Cuneo è naufragato sul nascere

Fondazioni bancarie tra romantiche suggestioni e prosaiche manovre presidenziali

È assai probabile – essendo questo il Paese in cui ai roboanti annunci quasi mai fanno seguito atti concreti – che la suggestione di una Superfondazione bancaria piemontese resti tale.

Tuttavia, l’idea di mettere insieme Fondazione CrTorino, Compagnia San Paolo e quel che resta delle altre fondazioni piemontesi sta ovviamente facendo discutere.

A Cuneo, per il momento, la questione viene guardata con estrema diffidenza quasi come se si trattasse dell’ennesimo tentativo di un colpo di mano torinese a danno di una provincia che sarebbe chiamata – ancora una volta – a fare la donatrice di sangue senza sapere bene in nome di quale tornaconto.

Quando la politica è debole, si sa, i poteri forte fanno sentire ancora più forte la loro voce e il territorio ha ben poca voce in capitolo.

Non è un caso che il ballon d’essai sia stato lanciato a ridosso del rinnovo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ma a voler essere realisti si sa che un percorso di questa portata – se mai dovesse prendere piede – è lungo e complicato.

Più verosimile – data l’aria che tira – che prima o poi il Governo, avendo necessità di fare cassa, non decida di mettere mano “motu proprio” ad un ennesimo riordino delle Fondazioni di origine bancaria, depositarie dell’ultimo vero tesoretto rimasto nelle casse del Belpaese per dar corso a grandi opere pubbliche.

In quest’eventualità le Fondazioni, private sostanzialmente della loro autonomia, diverrebbero una sorta di seconda Cassa Depositi e Prestiti.

Facendo un passo indietro e per restare in ambito provinciale, non è un mistero di come fosse abortito sul nascere il tentativo, condotto qualche anno fa dell’allora presidente della Fondazione CrC, Giandomenico Genta, di “federare” le Fondazioni di Saluzzo, Savigliano e Fossano con Cuneo.

Un tentativo condotto poco dopo l’assorbimento della Fondazione Bra da parte di Cuneo che venne più o meno garbatamente respinto dai rispettivi presidenti gelosi della loro autonomia.

Si era riproposto in questa circostanza – molti anni dopo e in situazione diversa – ciò che era successo quando la Cassa di Risparmio di Cuneo non aveva saputo esercitare il ruolo di “grande madre” delle altre Casse cuneesi.

Genta, va da sé, aveva agito su input di Giovanni Quaglia, attuale presidente della Fondazione Cr Torino, l’uomo che forse più di ogni altro conosce la realtà politico-amministrativa ed economica del Cuneese.

Può darsi che quel passo fosse stato fatto in modo precipitoso, avventato, fatto sta che era stato interpretato dai riceventi come un gesto di “colonializzazione” da parte di Cuneo e per questo archiviato senza ulteriore approfondimento.

Le Fondazioni di Fossano e Savigliano, che detengono ancora quote di proprietà delle loro rispettive Casse, hanno scelto la via autarchica e ritengono di poter far fuoco con la loro legna.

Appena più complessa la situazione di Saluzzo, che, dopo aver ceduto la banca a Bper, dispone ora di un patrimonio che è solo più mobile.

La Fondazione Cr Saluzzo è la prima chiamata a rinnovare il proprio consiglio di amministrazione nella primavera del nuovo anno, subito dopo la Fondazione Torino.

Poi, nel 2024 toccherà a Cuneo e, a seguire (ma a distanza), a Fossano e Savigliano.

Lecito e normale chiedersi: perché il processo federativo naufragato a Cuneo dovrebbe attecchire a Torino in chiave piemontese?

Non che il tema Fondazioni – oggi organi quasi esclusivamente monocratici – non meriti un’attenta riflessione, certo è che finora l’approccio è apparso non adeguato alla complessità della materia.

La sensazione è che il bailamme mediatico di questi giorni sia funzionale più a manovre “presidenziali” che non ad un progetto di ampia prospettiva, rispettoso delle peculiarità e della vastità del territorio piemontese.

 

Giampaolo Testa

Commenti