Quello della scuola resta uno dei temi più caldi, e non solo a livello nazionale: sul territorio torinese, e più precisamente nel quartiere Vanchiglietta, a tenere banco è il “caso” della Scuola dell'Infanzia Comunale Beatrix Potter di via Varallo 33, inserita nel piano di razionalizzazione della Città. Il Comitato dei Genitori dell'istituto (composto da circa 70 famiglie), nell'aver appreso la notizia all'improvviso non ci sta e, oltre a una lettera inviata alle istituzioni, ha iniziato una mobilitazione con tanto di un sit-in comprensivo di volantinaggio trainato dallo slogan “Non toccate la Varallo”.
Il piano di razionalizzazione del Comune
Il suddetto piano, deliberato nel 2019, prevede un taglio di sezioni con eventuale dismissione di alcuni asili non più “utili” alla luce dell'andamento demografico, del rapporto tra domanda e offerta nei singoli quartieri al termine della presentazione delle domande di iscrizione (30/03/2022, ndr) e della programmata riduzione della gestione comunale diretta in favore di quella statale fino a un minimo del 25% del totale delle scuole. Il documento stabilisce anche la possibilità di accorpamento tra comunali e statali in caso di “sottoutilizzo” delle stesse, con relativo assorbimento delle prime nelle seconde.
A rendere attive le disposizioni ci ha poi pensato una nuova delibera dello scorso novembre, firmata dall'assessora all'istruzione Carlotta Salerno, in cui si indica il taglio delle sezioni per le scuole comunali con almeno 10 posti disponibili, in quelle con almeno 10 posti disponibili che hanno nelle vicinanze altre scuole con posti disponibili e in quelle con almeno 5 posti disponibili che hanno nelle vicinanze scuole con almeno 10 posti disponibili. A soddisfare i primi 2 criteri c'è proprio la Beatrix Potter, con 13 posti a cui vanno ad aggiungersi i 5 della statale “Fiorina”,“ospitata” nella stessa struttura di via Varallo.
La ragioni della protesta dei genitori
Alla luce del quadro appena descritto, i timori dei genitori sono molteplici: “Con la riduzione delle sezioni – fanno sapere – da 3 a 2 e il blocco delle iscrizioni rischiamo di avere un numero di classi inadeguato per chi adesso frequenta il primo anno, violando un patto formativo firmato solo pochi mesi fa. Alcune famiglie, inoltre, spaventate dalla situazione di precarietà potrebbero scegliere di cambiare scuola in anticipo: in questo modo verrebbe messa a repentaglio la stabilità dei nostri bambini mortificando, contemporaneamente, gli sforzi di riorganizzazione e progettazione che hanno permesso di ottenere ottimi risultati”.
La seconda preoccupazione riguarda il personale scolastico a rischio ridimensionamento: “Insegnanti e assistenti educativi – proseguono – sono provati emotivamente dall'incertezza: vista la prospettiva di chiusura, infatti, da parte loro sarebbe legittimo cercare altre realtà, mentre se decidessero di restare dovranno sottoporsi a un impegno maggiore. Il rischio, per noi famiglie, è quello di usufruire di un servizio insufficiente per un percorso formativo adeguato, mentre alla Potter ci sono grandi spazi, accoglienti e rivisti recentemente, con un ricambio generazionale del personale che stava dando i suoi tanto attesi frutti”.
A essere contestati sono anche i dati “responsabili” del taglio e l'eventuale “statalizzazione”: “Ultimamente - concludono – c'è stata un'innegabile crescita delle iscrizioni: dalle 23 del 2018/2019, infatti, siamo passati alle 33 di quest'anno: gli interventi sulla struttura, inoltre, hanno restituito un'estetica invitante e accogliente in grado di attirare l'attenzione di decine di famiglie che hanno contattato la scuola per visitarla. In caso di passaggio allo Stato, invece, alcuni servizi adesso gratuiti come il dopo scuola diventerebbero a pagamento andando a gravare sui bilanci familiari”.
Le richieste
Vista la situazione, il Comitato Genitori ha avanzato alcune richieste, tra cui quella di organizzare un confronto immediato con l'assessora Salerno e le altre autorità competenti, l'immediata ripresa degli open day per dare la possibilità di visitare la scuola in vista delle iscrizioni all'anno scolastico 2023/2024 e, dulcis in fundo, una valorizzazione della “Beatrix Potter” come “Polo dall'Infanzia” (modalità previstà da un Decreto Legislativo del 2017) in grado di accogliere bambini dai 3 mesi ai 6 anni.
L'assessora Salerno: “Il numero delle sezioni resterà invariato”
A rassicurare tutti, però, ci pensa direttamente l'assessora Salerno, intervenuta sulla vicenda: “Nella scuola Beatrix Potter - dichiara - verrà chiusa una sezione della scuola comunale e a questa chiusura corrisponderà la contestuale apertura di una sezione della scuola d’infanzia statale. Le due scuole sono all’interno della medesima struttura e la valutazione rientra nell’ottica di un’ampia riflessione riguardo la rete scolastica dell’infanzia che ha tra gli obiettivi anche bilanciare la presenza dell’offerta d’infanzia comunale e statale all'interno della nostra città. È importante precisare, però, che il numero totale delle sezioni resterà invariato, quindi l’offerta sul territorio non cambierà e nessun bambino cambierà scuola, nell'ottica di garantire continuità a loro e alle loro famiglie”.
Commenti