Il Nazionale

Cronaca | 18 dicembre 2022, 10:26

Via Genova, un anno dopo la tragedia. Il ricordo della città e dei famigliari: “Non li dimenticheremo mai”

Affissa la targa in memoria dei tre operai che persero la vita il 18 dicembre. Il sindaco: “Solo 15 anni fa la Thyssen, intollerabile che queste cose passino impunite”

Via Genova, un anno dopo la tragedia. Il ricordo della città e dei famigliari: “Non li dimenticheremo mai”

18 dicembre 2021, ore 10 circa. Torino è svegliata da un forte boato. La gru utilizza per i lavori di sistemazione del tetto di un palazzo di via Genova crolla a terra. L’allarme, lo shock, i feriti, i morti. Tre le vittime di quel disastroso incidente dovuto probabilmente a un mal posizionamento della gru stessa: Roberto Peretto, 52 anni di Cassano d'Adda (provincia di Milano), Marco Pozzetti, 54 anni di Carugate (sempre nel Milanese) e Filippo Falotico, 20 anni, di Coazze, deceduto poco la corsa al Cto, purtroppo inutile. 

 

Tanta commozione questa mattina centinaia per la cerimonia che si è tenuta sul luogo dell’incidente in ricordo dei tre operai. Cittadini, ma anche amici e parenti, si sono uniti al Comune, agli Amministratori della Circoscrizione 8, alle autorità, alla Croce Rossa Italiana, alla Protezione Civile e ai sindacati per non dimenticare quel tragico evento avvenuto a pochi giorni da Natale. 

Grippo: "Lavoro per vivere, non per morire"

“Il lavoro dovrebbe essere per vivere, per vivere a lungo non per morire - ha commentato Maria Grazia Grippo, presidente del consiglio comunale -. Il tempo della memoria ci può aiutare più della verità processuale, più del dolore a trasformare i ricordi e consapevolezza. Il mio pensiero va alle famiglie, veniamo al cospetto del vostro dolore con tante umiltà, non ci sono termino di restituzione, ma siamo consapevoli della responsabilità sociale verso la nostra comunità”. Presenti anche le vedove Pozzetti e Peretto, assenti i famigliari del più giovane degli operai deceduti, Filippo Falotico.

La vedova Pozzetti: "Morti sul lavoro un'ingiustizia"

Queste cose non dovrebbero succedere - ha ricordato Roberta Varotti, moglie di Marco Pozzetti -. le morti sul lavoro sono un’ingiustizia. Come è potuto succedere? Loro che piuttosto rinunciavano a un lavoro se non c’erano i presupposti. ‘Dobbiamo fermarci a Torino il generatore non funziona, ma domani nel primo pomeriggio siamo a casa’ sono le ultime parole che ci hanno detto".  "Guardando una gru oggi -ha aggiunto - non possiamo non pensare al 18 dicembre.  Oggi aspettando la giustizia che definisca il perché di quanto accaduto, ci troviamo a porre una targa per dire che la vita ha un valore inestimabile. Non li dimenticheremo mai” .

3 alberi nel giardino Levi

A distanza di anni il fenomeno delle morti bianche accompagna ancora lo sviluppo delle città" ha aggiunto Massimiliano Miano, presidente della 8 . "Ma oggi - ha proseguito - la giornata è dedicata ai nostri ragazzi con due iniziative che abbiamo voluto promuovere: una targa e tre alberelli nel giardino Giuseppino Levi”. 

Un fatto tragico che ha segnato l’intera città e di cui vediamo ancora i segni oggi - ha concluso il sindaco Stefano Lo Russo - riferendosi ai crolli ancora visibili sui balconi colpito dalla gru - da papà non riesco a immaginare come si possa stare di fronte a questa tragedia. Oggi è pesante indossare questa fascia tricolore. Bene che questo paese affronti la sicurezza sul lavoro con un taglio diverso perché solo 15 anni fa qui ci fu la strage della Thyssen, una tragedia che non trovò una giustificazione". "Nessuno - ha proseguito -restituirà mai le persone che scompaiono, ma è intollerabile che queste cose passino impunite e che manchi il controllo prima e risarcimento dopo. Questo momento affinché non sia una tragedia inutile, la responsabilità fa la differenza tra un paese civile e uno incivile. Il vostro è un dolore condiviso, l’intera città vi è vicino”.


La posa della targa 

A ricordo delle vittime è stata posta una targa. Un gesto simbolico, voluto dal Comune, per non perdere la memoria, ma al tempo stesso per evitare che un’altra tragedia del genere si ripresenti.

I tre alberi

Spostati invece in via Ventimiglia i tre alberi, uno per ogni operaio, che dovevano essere piantumati nel giardino del super condomino del civico 11. “Erano troppo grandi, li abbiamo collocati nel Giardino Giuseppino Levi- spiega Miano -. Ci occuperemo come circoscrizione della  manutenzione ordinaria e straordinaria. 


Il cordoglio di amici e parenti: “Sempre nei nostri cuori”

Tanti i messaggi di cordoglio sui social che hanno invaso la rete oggi e nei giorni scorsi. Amici e parenti hanno ricordato con un pensiero i tre operai. "Caro cuginetto,ti penso tutti i giorni! Oggi è un ' anno senza te! Sarai sempre nel mio cuore” così la cugina di Filippo Falotico in un post su Facebook.  “Sempre uno di noi” aggiunge un amico. 

Le indagini 

Secondo quanto entro dalle indagini della procura di Torino sarebbe stato un effetto noto come 'tiro obliquo' alla base dell'incidente.  Questa, per adesso, l'opinione degli inquirenti della procura di Torino, alla luce dell'esito delle tre consulenze tecniche, depositata nei giorni scorsi. In via Genova erano all'opera una gru e una autogru, collegate insieme, ma le articolazioni delle due strutture, con ogni probabilità, erano posizionate in modo imperfetto una in relazione all'altra: questo dovrebbe avere determinato il 'tiro obliquo' e, quindi, il crollo.

I magistrati della procura di Torino intendono ora fare identificare dalla polizia giudiziaria alcune persone, un atto che in genere rappresenta il preludio alle iscrizioni nel registro degli indagati. La mattina dell'incidente si stava ultimando l'assemblaggio della gru e, in particolare, il montaggio della parte più esterna della 'freccia' (la parte verticale della struttura), che quale era agganciata al 'braccio dell'autogru'.

E' possibile che l'ancoraggio sia stato eseguito in modo tale da determinare, a causa della posizione di 'braccio' e 'freccia', un tiro obliquo nel corso di uno spostamento (subito prima dell'incidente le due strutture erano rivolte verso sud, dal lato opposto in cui, dopo una rotazione di entrambe, è poi caduta la gru). Le tre consulenze tecniche disposte dalla procura hanno escluso un malfunzionamento della gru e dell'autogru. E' stata anche scartata l'ipotesi che il crollo sia stato dovuto a un cedimento del marciapiede o del manto stradale. 

"Non vogliamo altre Thyssen"

Ci sono voluti dodici anni e la strage della gru di via Genova per rinnovare il Protocollo per la sicurezza e regolarità nei cantieri edili di Torino – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – e la cerimonia di posa della targa per concludere le perizie sul disastro della gru, dopo un anno!"

"Non vogliamo altre ThyssenKrupp – conclude Quirico – con i parenti delle vittime che aspettano giustizia ancora oggi, dopo 15 anni. Serve una giustizia rapida e certa per le vittime sul lavoro, con una corsia preferenziale per i processi".

Chiara Gallo

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