“Si conclude anche questa vicenda dei fondi gestiti come consigliere regionale, penso che dopo tanti anni sia stata fatta giustizia, siano stati accertati i fatti e riconosciuta la mia piena innocenza. Naturalmente, nel frattempo, però, sono passati più di 10 anni”. Commenta così l’ex assessore regionale Alessio Saso la sentenza di assoluzione pronunciata nel primo pomeriggio di oggi dalla Corte d’Appello di Genova, per quanto riguarda l’inchiesta delle cosiddette ‘spese pazze’ in merito al filone delle indagini che riguardavano gli anni dal 2008 al 2010.
In precedenza, nel marzo scorso era arrivata per 19 imputati, tra cui lo stesso Saso e l'attuale viceministro Edoardo Rixi l’assoluzione anche in Cassazione per gli anni dal 2010 al 2012.
La sentenza di oggi che riguarda oltre ad Alessio Saso, altri 18 ex consiglieri regionali per i quali è stata pronunciata a diverso titolo, per ‘non avere commesso il fatto’, 'perché il fatto non sussiste' o per 'dichiarata prescrizione'.
“È un rammarico che per alcune spese fosse scattata la prescrizione, ma ovviamente, non dipende da noi”, sottolinea Saso.
Gli altri ex consiglieri assolti sono: l’attuale deputato di Fratelli d’Italia Matteo Rosso e un altro imperiese, Gabriele Saldo, poi Cristina Morelli, Giacomo Conti, Ezio Chiesa, Moreno Veschi, Michele Boffa, Carlo Vasconi, Nino Miceli, Luigi Morgillo, Gino Garibaldi, Franco Orsi, Gianni Plinio, Vito Vattuone e Luigi Cola.
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