Richiesta di condanna pesantissima da parte del pm di Imperia, Matteo Gobbi, nei confronti dei tre imputati accusati di aver aggredito il 23enne della Guinea, Moussa Balde, il 9 maggio dello scorso anno a Ventimiglia.
L'accusa oggi ha infatti richiesto, al giudice monocratico di Imperia Marta Maria Bossi, la condanna a 2 anni e 8 mesi di carcere per Francesco Cipri, 39 anni, Ignazio Amato, 28 anni e Giuseppe Martinello, 44 anni. Tutti e tre, assistiti dal legale Marco Bosio, sono accusati di lesioni aggravate.
Per l'accusa il "fatto è grave" e gli imputati non meritano il riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo quanto appurato dalla Polizia - che in meno di 24 ore - risalì ai tre presunti autori del gesto il giovane venne colpito con un posacenere comunale. L'aggressione fu ripresa con un telefonino e le immagini fecero in poco tempo il giro d'Europa. Essendo irregolare sul territorio il 23enne venne spostato al Cpr di Torino dove pochi giorni si tolse la vita.
Durante l'interrogatorio i tre indagati raccontarono che la vittima avrebbe tentato di derubarli di un cellulare e poi avrebbe sferrato un pugno facendo cadere due denti a Cipri. Il ragazzo, secondo le indagini, venne aggredito "con dei tubi metallici determinandone la caduta a terra e poi infierendo con calci e pugni cagionando lesioni personali consistiti in 'trauma facciale' dalle quali derivava una malattia giudicata guaribile in 10 giorni; con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite ed avvalendosi di strumenti atti ad offendere qualificabili come armi".
La difesa invece, ha chiesto il minimo della pena e che agli imputati vengano riconosciute le attenuanti generiche anche perchè hanno risarcito il danno alla vittima; danno quantificato in 2 mila euro in quanto le lesioni furono giudicate guaribili in 10 giorni. “Ho replicato rivisitando la questione e cercando di alleggerire la posizione dei miei assistiti, ha detto l'avvocato Bosio. Soprattutto in relazione ai certificati medici che evidenziano un esito anche incompatibile con i video che sono stati raccolti".
In merito alle proteste fuori dal Tribunale dove i manifestanti sono stati chiamati 'assassini', l'avvocato Bosio non commenta. “Non commento, ha specificato, l’ho detto nella mia discussione, che i processi li faccio in aula, un momento sacro in cui vengono rispettate le garanzie. Ciò che accade fuori, conta davvero poco. Ci siamo difesi nel processo con argomentazioni che hanno un loro fondamento, nonostante certo la gravità della situazione, ma ciò che è accaduto dopo non ha nulla a che vedere con la condotta dei miei assistiti".
Il fratello della vittima, Thierno Amadou Balde, si è costituito parte civile ed è rappresentato dall'avvocato Gianluca Vitale. "Il pm ha ricostruito la vicenda, ha spiegato Vitale, riconoscendo notevole gravità a quei fatti. Anche noi abbiamo cercato di ricostruirli, facendo pure riferimento a dati incontrovertibili, che sono quelli dei video, dai quali si evince un pestaggio violentissimo nei confronti di Moussa. C’è stata una richiesta, devo dire, significativa da parte del pm. La difesa evidentemente ha una impostazione diversa, pur riconoscendo la responsabilità dei tre imputati. C’è stato un rinvio e vediamo a gennaio cosa deciderà il giudice. Ontologicamente non amo il carcere, ma credo che in questo caso il problema sia riconoscere la gravità di quello che è successo al di là di quella che possa essere la sanzione e che sia dato anche il giusto risarcimento per quanto possibile e per quello che è il primo dei passi, non dipende sicuramente dagli imputati questo, ma è il primo dei passi che poi ha condotto alla morte di Moussa Balde al Cpr di Torino”.
Anche al termine dell'udienza i manifestanti, presenti all'esterno del palazzo di giustizia imperiese, hanno gridato agli imputati 'assassini' e 'bastardi'. La sentenza del giudice monocratico Bossi è attesa il 10 gennaio, subito dopo le repliche di accuse e difesa.
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