Il Nazionale

Cronaca | 21 novembre 2022, 17:09

"Mirafiori non è il Bronx, ma un quartiere che cambia pelle". E anche il Sermig "cerca casa" in zona [INTERVISTA]

Rolandi, presidente della Circoscrizione 2: "I due episodi di cronaca sono una sfortunata coincidenza, per di più in piena settimana di Atp Finals. Ma non siamo un territorio a rischio: Robaldo, Giaione, Bela Rosin e Cus Torino sono segnali importanti"

"Mirafiori non è il Bronx, ma un quartiere che cambia pelle". E anche il Sermig "cerca casa" in zona [INTERVISTA]

Sono stati giorni difficili, per Mirafiori, con due persone ferite (gambizzate) nel giro di poche ore: vicende che si pensa possano essere legate a fatti di droga e di malavita in generale. Ma era da tempo che questa fetta di città non si ritrovava al centro delle cronache per ragioni di questo tipo. Il giudizio, però, non deve essere troppo catastrofico. Ne è convinto Luca Rolandi, presidente della Circoscrizione 2.

Presidente Rolandi, che spiegazione si è dato di quel che è successo?
"Penso che si sia verificata una serie sfortunata di eventi concomitanti, avvenuti peraltro proprio nella settimana in cui la nostra Circoscrizione era al centro dell'attenzione per la presenza delle Atp Finals".

Casi isolati?
"Credo di sì. E' evidente che da noi, il territorio, non ha difficoltà tali come quelle che possono esistere in altre zone, a Nord della città. L'immigrazione è limitata e l'integrazione piuttosto controllata e avanzata. Ma non bisogna mollare la presa. Mirafiori ha cambiato pelle: da quartiere fabbrica si è trasformata in una zona dall'età media piuttosto avanzata e dove ci sono molte persone anziane che richiedono servizi e sostegno. Ma c'è anche una popolazione giovane che resta in quartiere, anche se continua la tendenza di persone che, emancipandosi, abbandonano il territorio per andare a vivere altrove. Su questo dobbiamo migliorare".

Chi può essere a rischio?
"I neet, che non studiano più e nemmeno lavorano, sono forse la fascia più esposta alla microcriminalità e comportamenti contro il vivere civile. Ma la via Artom che fu è ormai un ricordo fissato nella storia. Il ruolo della Fondazione Mirafiori e Parco Colonnetti, la presenza del Cus Torino, la riqualificazione futura del Robaldo con gli impianti sportivi, il Mausoleo della Bela Rosin e la biblioteca Pavese dal punto di vista culturale sono tutti segnali molto importanti della direzione che è stata presa".

Fin qui le luci. Ma le ombre?
"Un intervento più spinto servirebbe nelle zone di via Buriasco, piazzetta Pramollo o via Negarville. Meriterebbe un focus migliore tutto il quartiere fino al confine con Nichelino. Ma c'è anche un problema legato alle occupazioni: parlo di via Scarsellini, via Poma e corso Salvemini. Lì abbiamo situazioni difficili legate a insediamenti rom e alloggi occupati abusivamente. Serve una forte mediazione sociale, ma anche un intervento che ripristini la legalità. I cittadini lo richiedono con forza e in questo ci aspettiamo un aiuto dalla Città".

Così come la 8, anche la Circoscrizione 2 comprende aree molto estese e diverse tra loro. E' così?
"Siamo una circoscrizione anomala, dove cerchiamo di integrare le necessità di aree anche molto diverse tra loro. Basti pensare alla differenza tra Santa Rita e Mirafiori Sud: sono situazioni molto diverse, ma stiamo facendo molto lavoro con le Case di quartiere e la Giunta Lo Russo per riattivare una porzione di città che ha la stessa dignità delle altre zone di Torino. Ci sono 136mila abitanti che si aspettano risposte su servizi, sanità e una maggiore capacità di impresa".

Cosa bolle in pentola, in Circoscrizione 2?
"Abbiamo progetti interessanti, a cominciare dalla revisione totale degli spazi. Si tratta di aree da ricollocare dal punto di vista delle concessioni pluriennali scadute e dove ci sono prospettive legate ad enti che lavorano in campi di azione sociale, cultura e arte. Anche il Sermig è interessato a un insediamento a Torino Sud. Stiamo lavorando poi per una serra idroponica a Mirafiori come ce ne sono a Milano, Roma o Genova. E dal punto di vista delle strutture sportive non c'è solo la questione legata ai campi del Robaldo: ci sono tanti altri campi sportivi con concessioni scadute da tempo che attendono una riqualificazione".

C'è poi il tema delle bocciofile, strutture che ormai hanno esaurito il loro compito.
"La prossima settimana daremo il semaforo verde a un bando pensato proprio per le bocciofile abbandonate, che possono diventare centri di aggregazione e portinerie di comunità. Ma siamo attenti anche alle prospettive per la cascina Giaione: ne faremo un centro servizi ancora più efficiente, che si affianchi ad anagrafe e biblioteca. Da centro per l'impiego che ora sta in via Negarville a un campus universitario diffuso partendo da una prima aula studio. Vogliamo rilanciare la struttura".

Insomma, l'immagine uscita negli ultimi giorni è distorta?
"Non siamo un quartiere in balia di criminali armati che combattono bande rivali, ma un territorio che sta progettando il decentramento pur con le poche risorse che sono a disposizione".

Massimiliano Sciullo

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