Serrande abbassate e lavoratori in sciopero allo stabilimento Sublimis di Valle Armea a Sanremo. Sono 17 i dipendenti che hanno deciso di non presentarsi più al lavoro in questo pastificio che oggi appartiene alla ditta milanese subentrata circa 4 anni fa.
Il Covid, prima e la crisi delle materie prime, dopo, hanno influito anche se i lavoratori confermano di aver avuto spesso a che fare con il pagamento in ritardo degli stipendi. Fino ad arrivare a oggi con la protesta dei dipendenti del pastificio stanchi per i troppi ritardi accumulati: da metà agosto non sono stati pagati per il lavoro fatto e dal 1° novembre tutti i macchinari sono stati fermati.
Questa mattina davanti al pastificio sono stati appesi diversi cartelli di protesta che recitavano: "Se a casa non ci vuoi lasciare, almeno i soldi ci devi dare", "Chi l'ha visto? Contributi, datori di lavoro, stipendi, TFR, arretrati e accordo stipulato".
Per queste persone una grave situazione di incertezza e sconforto in un'attività che almeno all'inizio sembrava andare bene. Nel piazzale dello stabilimento anche i rappresentanti delle sigle sindacali che da tempo stanno portando avanti un tavolo di confronto con l'amministrazione della ditta. Rapporti che tuttavia sembrano essere arrivati a un punto di stallo senza prospettive di ripresa, dopo le prime rassicurazioni ottenute.
"Siamo arrivati a una situazione assurda. Questi lavoratori, all'inizio erano 27, si trovano a non prendere lo stipendio dal mese di agosto. I dipendenti hanno deciso di scioperare, dal 1° novembre lo stabilimento è chiuso e hanno deciso di andare avanti a oltranza. - spiega Paolo Marengo (Flai - CGIL) - Queste 17 famiglie sono in estrema difficoltà. Tutte le promesse fatte dal datore di lavoro sono state disattese. Tutti gli stipendi non dati, c'erano promesse che sarebbero stati versati, promessa su promessa che non sono state mantenute. Non hanno versato neanche i contributi ad un certo punto, così come il TFR per chi aveva deciso di portarlo fuori dall'azienda".
"Abbiamo incontrato la dirigenza circa 3 settimane fa. Al tavolo era stato proposto l'intervento degli aiuti previdenziali, la cassa e altro ma un accordo non c'è mai stato. - sottolinea Davide Piazza (Fai - Cisl) - Non si capisce perchè l'azienda non abbia attivato i mezzi a sua disposizione per cercare di colmare il gap economico e garantire ai lavoratori un minimo di stipendio. Era stato garantito che entro ottobre sarebbe stata pagata la metà di agosto, settembre e altro, promesse non mantenute. Ultimamente abbiamo provato a contattare diverse volte l'azienda ma soltanto in un caso ci hanno risposto dicendo che la situazione è grave e non hanno liquidità e quindi c'è difficoltà a riprendere l'attività".
"Non abbiamo prospettive rosee. La produzione è ferma, le materie prime non ci sono. Speriamo in un riavvio di un tavolo di confronto con la proprietà affinché si possa dare un futuro lavorativo a queste 17 lavoratori. La situazione è critica e se continua così non ci saranno risvolti positivi. Speriamo che non sia un natale amaro per queste persone e le loro famiglie" - conclude Davide Onesti (Uila Uil).
La protesta si è svolta alla presenza del personale di Polizia. I dipendenti hanno manifestato pacificamente davanti allo stabilimento fino a mezzogiorno. C'è preoccupazione per il futuro e in molti sperano che dalle istituzioni possa arrivare una risposta di fronte a questo momento di difficoltà.
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