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Sport | 06 novembre 2022, 18:58

L’ABC di una (piccola) favola autunnale e varesina

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Posto che la logica del tutto è ancora molto lontana dal palesarsi, posto che questa Varese sta diventando una sorta di droga (farà male?), ecco tre lettere per tre protagonisti di un'altra vittoria: la B di Brown, la C di Caruso e la A... di Owens

L’ABC di una (piccola) favola autunnale e varesina

Perse definitivamente le speranze di vivere una domenica cestisticamente tranquilla, con il cuore diviso a metà tra il bisogno terapeutico di un po’ di atarassia e un bulimico desiderio di emozioni, come se questa pazza squadra e le sue pazze gesta fossero ormai diventate una sorta di droga, ecco l’ABC di una (piccola) favola autunnale e varesina.

Siccome nemmeno noi ci siamo mai ritenuti granché normali, partiamo dalla… B.

B, come Brown. Che nel simil tendone di Scafati mette insieme, giocata dopo giocata, una delle più belle prestazioni difensive alle quali abbiamo mai assistito in 30 anni di pallacanestro vista e amata, almeno se decliniamo il tutto al biancorosso. Nove rimbalzi, due recuperi e 4 stoppate - con la preghiera di provvedere subito alla sostituzione dell’addetto alle statistiche del PalaMangano, che ne ha viste solo due… Dormire sul posto di lavoro non dovrebbe mai essere consentito… - non dicono in realtà nemmeno la metà di quello che ha combinato Markel il caldo: Logan ridotto, salvo qualche lampo, a un vecchietto buono per guardare i cantieri e Lamb anestetizzato dopo un primo quarto da bulletto. Chiunque sia transitato sotto le sue grinfie, oggi, semplicemente, non è riuscito a giocare.

B come Brown. Che è un po’ come il compagno serio, ma non antipatico, cui non puoi non voler bene, perché magari fa meno casino di te, ma quando ci sono i compiti in classe ti “passa” il mondo. Che è un po’ come la riflessione dopo un’indigestione di risate, il freno di sicurezza di un treno rapidissimo, il cocuzzolo di una montagna su cui riposarsi dopo aver fatto le piroette nel cielo.

Che è, soprattutto, il principale appiglio alla concretezza di una squadra che ama sognare. Su ogni vittoria c’è stato finora il suo zampino difensivo e spesso anche offensivo. Acquisto che, finora, vale una stagione.

E poi…

C, come Caruso. Che, a proposito di voli sulle ali di una fantasia sempre più realista, è forse la più grande speranza - Paolino Banchero a parte - fatta a lungo del basket italiano dei prossimi 10 anni. Da quando il concetto è stato sdoganato da un certo Ettore Messina (mica l’Aldino del Jolly Bar…), il nostro pare averci preso gusto. Nella sua terra natia mette insieme 28 minuti offensivamente generosi, praticamente perfetti: 6/8 da 2, 2/2 da tre. Top scorer, a 23 punti. Un italiano, di 23 anni…

Sapete cos’è che sconcerta in positivo, cos’è che fa quasi paura pensare? È che questo sa fare letteralmente tutto quando c’è da abitare la metà campo d'attacco: sa tirare dolcemente dalla media, sa muoversi agilmente e con sapienza di movimenti spalle a canestro, ha tempismo e logica nel pick and roll, la mette da tre… Era dai tempi di De Nicolao (Andrea) e Polonara che alle latitudini prealpine non si assisteva a un’epifania cestistica tricolore di questo livello…

L’abbiamo scritta grossa? Forse sì, meglio non pensarci, meglio pensare alla A…

A, come Owens. Come dite? C’è qualcosa di sbagliato? No, ecco la spiegazione. Come definireste voi un giocatore che si prende quarto e quinto fallo in 5 secondi netti, di cui il secondo uno stupidissimo tecnico, lasciando in braghe di tela la propria squadra, costringendola a schierare un’ala piccola senza esperienza (Virginio) da centro per preservare l’unico lungo rimasto (Caruso, al tempo del suicidio del compagno con 3 falli sul groppone) di un roster che, come dire, di lunghi non abbonda, permettendo a Scafati di girare la partita e, a conti fatti, gettando Varese a un passo da una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso?

Eh sì, proprio così: A di Asino. Cestisticamente e contingentemente parlando, si intende.

Con Milano vincente a Pesaro e in attesa che giochino tutte le altre, Varese è seconda in classifica. Sapete cos’è che ci manda letteralmente fuori di testa? È che avrebbe potuto essere prima con 6 vinte e zero perse, senza rubare alcunché.

Ma la logica del tutto è ancora molto lontana dal palesarsi: per adesso, qui, si è in un’altra dimensione.

Fabio Gandini

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