Il Nazionale

Cronaca | 03 novembre 2022, 19:02

Cuneo, Adriano Bruno si difende in aula dalle accuse, il giudice fissa la data di sentenza

Il dispositivo del procedimento, in piedi al tribunale di Cuneo dal 2013, è stata fissata per la fine di dicembre. A febbraio 2022 le contestazioni mosse dalla Procura erano 18. Con l'intervento della prescrizione i capi di accusa sono scesi a quattro: tre riguardano fatture false e un ultimo atti fraudolenti su beni mobili e immobili

Cuneo, Adriano Bruno si difende in aula dalle accuse, il giudice fissa la data di sentenza

Oggi, al tribunale di Cuneo, si è celebrata l’ultima udienza istruttoria, in attesa della discussione e della sentenza fissata per il 22 dicembre prossimo, relativa al procedimento penale a carico del ragioniere Adriano Bruno. Il professionista cuneese, a vario titolo di reato, deve rispondere di presunte violazioni in materia tributaria. Parte offesa, l’Agenzia delle Entrate.

Sono quattro le contestazioni, non andate prescritte, rivolte all’imputato, titolare dello “Studio Sistem”, in qualità di tenutario della contabilità e incaricato di adempimenti fiscali di alcune ditte cuneesi. La prima, sostenuta dalla pubblica accusa, è che il ragioniere avrebbe redatto una dichiarazione infedele per uno dei suoi ex clienti, indicando elementi passivi fittizi e omettendo l’indicazione di elementi attivi, aumentando i costi e detraendo indebitamente l'IVA: questo per consentire al titolare dell'attività di pagare meno imposte. Altre due contestazioni invece riguarderebbero la posizione dell'imputato stesso come contribuente.

Presente in aula, Adriano Bruno ha risposto alle domande formulategli dal suo legale, l’avv. Nicola Caminiti, e dal sostituto procuratore Alberto Braghin. “L’indagine nei miei confronti è nata dall’esposto di un mio ex cliente che aveva lasciato lo studio. Riferiva di non essersi potuto difendere davanti ad un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, perché lo studio lo aveva privato della documentazione. L’agenzia delle entrate aveva chiesto chiarimenti. È poi emerso che nessuna documentazione era stata nascosta”. Decaduta l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, ha proseguito Bruno, sono iniziate le verifiche fiscali con i clienti: “Controlli effettuati anche a mia insaputa, con momenti concitati perché i clienti davano la colpa a noi”. Il ragioniere sarebbe stato all’oscuro anche delle fatture ritenute false dalla Procura: “Con i dipendenti potevo gestire le operazioni con i clienti, oppure le intermediazioni di finanziamenti assistiti da cooperative e leasing”.

La difesa ha proseguito l’esame chiedendo di spiegare perché su alcuni documenti prodotti dall’accusa c’era la scritta “visto con Adriano”: “Poteva accadere che quando sorgesse una problematica con un cliente io entrassi nel merito -ha risposto l'imputato- Era un promemoria. Significava che le avevo vagliate. Ma quel ‘visto’ veniva apposto dopo la registrazione”. Di contro, la Procura sostiene che quelle fatture in realtà erano predisposte direttamente dallo studio del ragioniere consentendo così di pagare meno tasse con la detrazione dell’IVA: “Tante volte succedeva che i clienti comunicassero le registrazioni da fare e producessero in seguito il documento” ha spiegato Bruno.

Altra contestazione mossagli dalla Procura, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi e delle sanzioni amministrative per gli anni di imposta dal 2008 al 2011, è quello di aver compiuto alcuni atti fraudolenti su beni mobili e immobili in comproprietà con la compagna. Come spiegato dalla donna nell’udienza precedente le banche avevano voluto interrompere ogni tipo di rapporto con lui “Stiamo ancora pagando il mutuo di casa nostra” aveva riferito in aula. “I giornali hanno parlato di una truffa ai danni dello Stato da 25milioni di euro -ha proseguito Bruno-. Notizia poi smentita ma a causa della quale ero stato convocato da tutti gli istituti bancari con cui collaboravo. Mi hanno imposto di creare una società per gestire i rapporti di debito con loro. Da qui, la soluzione di costituire una società la cui amministratrice era la mia compagna. Tuttora stiamo pagando il mutuo”.

CharB.

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