Maurizio Marello, che dal 2019 siede – unico consigliere regionale Pd del Cuneese sui banchi di Palazzo Lascaris - è uomo non particolarmente propenso alla polemica.
Da ex sindaco di Alba sa che concretezza e pragmatismo sono virtù essenziali per chi fa l’amministratore pubblico.
Tuttavia, in questa circostanza, non le manda a dire alla maggioranza di centrodestra che da oltre tre anni governa la Regione.
E non si fa scrupoli se, in qualche modo, va a pestare i calli ai suoi due conterranei, Alberto Cirio, che della Regione Piemonte è presidente, e Luigi Icardi, che guida la Sanità piemontese.
Ieri il gruppo regionale Pd si è ritrovato a Guarene per fare il punto sulla situazione rispetto all’operato della giunta Cirio e il giudizio che ne è scaturito non è per nulla positivo.
“Ciò che ci lascia maggiormente perplessi – afferma Marello – è il metodo. Annunci roboanti, promesse esagerate che non potranno mai essere mantenute, ma presenza assidua e massiccia alle sagre, in totale assenza di programmazione e decisioni rispetto ai grandi problemi del Piemonte”.
Sferzante il giudizio di Marello: “La Sanità e i Trasporti sono i due fronti su cui la maggioranza di centrodestra dimostra di essere allo sbando. Gli ospedali che dovrebbero essere in fase di costruzione non sono partiti e sugli altri – è il caso di Cuneo e di Savigliano-Saluzzo-Fossano – non si nulla. Tutto fermo. L’alibi della pandemia – considera - non regge più. Non basta a giustificare una paralisi di questa portata”.
Anche sui Trasporti, il consigliere regionale Pd albese non fa sconti.
“La giunta Cirio passerà alla storia come quella che ha maggiormente massacrato la rete ferroviaria piemontese, in particolar modo nella nostra provincia. Ma la stessa cosa potremmo dirla per ciò che riguarda l’Agricoltura e la Formazione professionale. Tutto fermo. Tutto desolatamente al palo”.
Marello liquida con una battuta fulminante l’operato legislativo di questi oltre tre anni in Regione, conseguenza – a suo giudizio – della disarmonia che caratterizza i rapporti fra i tre partiti di maggioranza, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
“C’è una inconfutabile paralisi su molteplici fronti – aggiunge – conseguenza del fatto che il presidente deve spendere molto del suo tempo a mediare tra posizioni che quasi sistematicamente sono di contrasto in seno alla sua maggioranza”.
E rincara le considerazioni con una battuta fulminante: “L’unica decisione legislativa assunta – spiega – è stata, ahimè, quella del ripristino del gioco d’azzardo che la giunta Chiamparino era riuscita a normare per prevenire il più possibile la ludopatia con tutte le sue devastanti conseguenze sociali. Come si sa su questo tema varie associazioni e tanti cittadini si sono mobilitati raccogliendo migliaia di firme. Ciò nonostante – conclude Marello – il centrodestra non ha voluto sentire ragioni”.
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