Qualcuno ha definito l'aumento delle bollette di energia elettrica, "estorsione energetica", un'affermazione forte che però rende l'idea della situazione disperata in cui si dibattono cittadini e imprese.
La storia di Stefano non è diversa dalle tante che ci segnalano gli imprenditori del nostro territorio. Racconta le vite di famiglie, di persone che cercano di lavorare al massimo delle loro capacità, spesso facendo miracoli per far quadrare i conti, ma non ci sono miracoli che possano fronteggiare le bollette triplicate.
Storie di bontà e sacrifici
Stefano Testolina, con la sua famiglia ha la vineria con cucina 'Cafè del Conte Amico' a Castell'Alfero; cucina buona, la possibilità di stare con gli amici e gustare piatti e vini del territorio assaporando anche un panorama stupendo.
Ma dopo otto mesi di chiusura per Covid e ora le bollette triplicate, il locale rischia di rimanere aperto solo nei week end o peggio rimanere chiuso per tutta la stagione invernale.
Un'escalation drammatica. Prendendo le bollette del locale si scopre che a fine maggio pagava circa 500 euro, a giugno 960, a luglio 1.588 e ad agosto 1.618.
Spiega Stefano: "Le bollette erano già aumentate verso fine anno, ma in modo accettabile, poi da un mese all'altro il doppio, poi il triplo. Una situazione che impatta pesantemente sul fatturato e sulla possibilità di guadagno. Dovremo ridurre tutte le utenze, frigoriferi, macchine del caffè e l'unica è appunto chiudere quattro giorni su sei".
Aperto a pranzo e cena, dovrà 'spegnere' diversi giorni
Il Cafè Conte Amico attualmente è aperto dal lunedì alla domenica tranne il martedì, giorno di chiusura ed è aperto sia a pranzo che a cena.
I dipendenti sono due fissi part time (30 e 15 ore) e un contratto a chiamata.
"Non voglio prendere in considerazione di licenziare nessuno, rimarca Stefano, ma la riduzione delle ore saranno possibili. Se non basterà chiudere 4 giorni alla settimana, chiuderemo tutto l'inverno. Così non si può lavorare".
E ci racconta che durante gli otto mesi di chiusura per la pandemia, l'attività ha avuto qualche aiuto dallo Stato e mentre i dipendenti erano in cassa integrazione, come persona fisica ha ricevuto due volte 600 euro.
"Serve un intervento mirato - suggerisce Stefano - ma non il credito d'imposta, se io inizio a pagare bollette per 5/6mila euro e il credito arriva dopo mesi ho un'esposizione che non posso sostenere. Si deve tagliare il costo dell'energia".
Il commento di Federcontribuenti
Sulla vicenda interviene anche Enzo Tagliareni, astigiano, direttore generale Federcontribuenti Italia: "Farò il possibile per poter aiutare Stefano Testolina e altri a uscire da questa situazione. Si tratta di un bar storico collocato all'interno del Comune. È inaccettabile che dopo anni di duro lavoro di sacrifici e soprattutto dopo essere appena usciti da una situazione emergenziale le attività debbano chiudere senza l'intervento dello Stato".
La vicenda del Cafè Conte Amico, potrebbe approdare in televisione.
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