Bilancio positivo per la maxi esercitazione che si è tenuta stamattina e acque antistanti il porto di Imperia. Nel pomeriggio, al Museo Navale sono stati illustrati i risultati dell’esercitazione e le caratteristiche principali dell’Accordo internazionale Ramoge con la partecipazione del ministero della Transizione Ecologica, delle autorità italiane, francesi e monegasche coinvolte.
L’Accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco denominato RAMOGE ha acquisito negli anni una solida esperienza nella lotta agli inquinamenti marini e costieri e nella protezione della biodiversità, impegnandosi fortemente nella sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente marino.
Il Piano RAMOGEPol, che ne rappresenta lo strumento operativo di intervento marino, ha introdotto ed incentivato il concetto di cooperazione e di solidarietà sub-regionale del Mediterraneo. Il Piano RAMOGEPol, infatti, garantisce una risposta internazionale coordinata agli oil spill che si verifichino nelle acque marine oggetto dell’Accordo: in questo quadro viene svolta annualmente dai tre Paesi aderenti una esercitazione antinquinamento, per testare la capacità dell’organizzazione di risposta e il livello di coordinamento tra le diverse strutture nazionali ed internazionali, al fine di migliorare e rendere più efficace il sistema delle comunicazioni, della strategia e della operatività in mare.
Su iniziativa del Principe Rainieri III di Monaco, la Francia, l'Italia e il Principato, consapevoli della necessità di preservare il Mar Mediterraneo e di attuare azioni comuni per limitare l'inquinamento marino, si sono uniti firmando l'Accordo "RAMOGE" il 10 maggio 1976.
L'Accordo deve il suo nome alle prime sillabe delle tre città che limitano allora la sua zona di competenza: San RAffaele ad ovest, MOnaco e GEnova ad est. Questo Accordo per la protezione delle acque della costa mediterranea, che fa parte della Convenzione di Barcellona, è stato ratificato dai tre paesi ed è entrato in vigore nel 1981. In quell'occasione, la zona originaria di competenza è stata estesa da Marsiglia a La Spezia, includendo così pienamente le regioni Provenza-Alpi-Costa Azzurra e Liguria.
Dopo il naufragio della petroliera Haven nel 1991, un piano di intervento contro l'inquinamento accidentale è stato adottato nel 1993, nel quadro dell'Accordo RAMOGE: si tratta del piano RAMOGEPOL.
Il suo obiettivo è di rafforzare la cooperazione in caso di incidente grave di inquinamento e di condividere le navi e gli aerei disponibili dei tre Stati. La sua rilevanza ed efficacia sono state illustrate nell'ottobre 2018 durante la collisione tra la nave ro-ro Ulisse e la nave container Virginia al largo della Corsica. Ogni anno, vengono organizzate esercitazioni coordinate RAMOGEPOL per simulare l'inquinamento accidentale con l'obiettivo di ottimizzare l'uso dei mezzi di risposta impegnati dai tre paesi nella lotta contro l'inquinamento marino.
L'area di applicazione del piano di intervento è chiamata "Area RAMOGEPOL". Si estende dalla foce del Rodano ad ovest (A) al faro di "Capo d'Anzio" ad est (D), includendo la Sardegna e la Corsica.
"I risultati sono stati una conferma non soltanto dell’efficienza del coordinamento fa gli apparati di reazione dei tre paesi, ha dichiarato Oliviero Montanaro, direttore generale della Direzione 'patrimonio naturalistico e mare' del Ministero della transizione ecologica, ma anche dell’affidabilità e dei rapporti con la componente terrestre che per la prima volta sono stati la prefettura, la protezione civile e la Regione. È stato un test sicuramente impegnativo che ci ha insegnato molto, ma ci ha anche rassicurato sulla nostra capacità di intervenire efficacemente e anche in caso di emergenze speriamo non si debbano mai realizzare".
Dello stesso avviso l'assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone il quale ha sottolineato come oggi sono stati ottenuti "risultati importanti perché abbiamo affinato una collaborazione già esistente fra le autorità italiane, monegasche e francesi su un tema molto attuale ossia quello degli sversamenti a mare. Una tutela ambientale, ma anche dell’incolumità pubblico. Un sistema di protezione civile ligure e nazionale che ha dimostrato ancora una volta, dagli esiti elle prime valutazioni di questa giornata di lavoro, di essere molto attento alle esigenze di ogni emergenza che si può verificare sul nostro territorio. In questi casi quando si fa emergenza dobbiamo comunque trovare dei punti di miglioria e infatti analizzeremo nelle prossime ore quelle che sono state le criticità in una prova, che è andata molto bene, da poter migliorare perché è questo che un sistema deve fare e soprattutto in tempo di pace occorre lavorare e programmare per migliorare l’efficacia delle nostre azioni".
Per la prima volta è stata scelta la città di Imperia quale 'base logistica' dell'esercitazione. "Siamo molti contenti che Imperia sia stata scelta da questo programma italo-francese-monegasco, ha chiosato il sindaco Claudio Scajola. 'Ramoge' è un protocollo di intesa per aiutare con le esercitazioni continue che possa essere scongiurata qualunque sciagura in mare con l’inquinamento, rottura di serbatoi e quant'altro. Esercitazione importante, molto utile, partecipata che ci pone all’avanguardia come sistema fra le tre nazioni nella prevenzione delle sciagure in mare e di tutto ciò che ha portato nella storia dei nostri mari all’inquinamento. C’è stato un buon successo e una buona esercitazione".
All'incontro svoltosi presso il museo navale cittadino era presente anche Giulio Alaimo, ambasciatore italiano a Monaco. "Questa esercitazione si è svolta per la prima volta dopo la crisi pandemica. Sono due anni, ha evidenziato l'ambasciatore, che l’accordo 'Ramoge' che disciplina questo tipo di iniziative non veniva implementato sul territorio. L’accordo 'Ramoge' è un accordo tra l’Italia, la Francia e Monaco in materia di tutela dell’ambiente marino, del Mediterraneo, una sorta di triangolo che collega sino alla costa settentrionale della Sardegna. Accordo molto operativo che insiste su tre tratti di costa di tre paesi e quindi una collaborazione di questo ambito era veramente importante ed opportuno. Sulla tutela dell’ambiente marino ci sono altri accordi che legano l’Italia, Monaco e la Francia e sono anche sulla tutela della fauna e dei cetacei che popolano questo tratto di mare. L’esercitazione ha simulato uno sversamento di idrocarburi e sostanze inquinanti da un’imbarcazione e quindi ha visto l’interno di unità marine delle flotte dei tre paesi e anche di uniti aeree che hanno posto in essere delle iniziative per contenere l’inquinamento, riassorbire gli idrocarburi ed evitare che l’inquinamento potesse estendersi anche sulle coste”.
Alla conferenza stampa inoltre, hanno partecipato Thierry De La Burgada, vice prefetto aggiunto della prefettura marittima del Mediterraneo, Isabelle Castelli della divisione polizia marittima di Monaco, il vice prefetto di Imperia Maurizio Gatto e le meassime autorità militari della provincia.
Oggi sono stati diciotto i mezzi aero-navali messi a disposizione da Italia, Francia e Principato di Monaco per un’esercitazione a mare. Sono stati inoltre attivati tre sistemi previsionali dello spostamento degli idrocarburi, messi in campo dal ministero della Transizione ecologica tramite la società convenzionata Castalia, dall’Arpa Liguria e dalla Direzione Marittima di Genova (con il supporto tecnico di Ias-Cnr di Oristano). L’Italia ha partecipato con le navi di Castalia e della Marina Militare e di altri mezzi aeronavali della Guardia Costiera.
L’esercitazione 'RamogePol' riguarda solo l’attività in mare, ma il ministero ha voluto proporre alla Prefettura di Imperia e agli enti territoriali della Liguria, che hanno prontamente accettato, di intervenire all’evento simulando la pulizia della costa, in caso di spiaggiamento dell’idrocarburo. Pertanto, la Prefettura di Imperia, con il supporto della Regione Liguria e del Comune di Imperia, ha coordinato la pulizia di una spiaggia, con cento volontari formati dal Dipartimento di Protezione civile con Legambiente, nell’ambito del progetto 'Neptune III'.
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