Mentre Eni precisa anche oggi che “la situazione è sotto controllo” e che “il problema verrà risolto nei prossimi giorni”, monta la rabbia dei residenti di via Cassanello e un po’ di tutta la Val Varenna bassa, oltre che dei comitati locali, per il grave episodio di inquinamento verificatosi martedì scorso quando, a seguito di un incidente nei depositi di Fondega Nord, sono state sversate nel torrente oltre 4000 litri di sostanze contenenti idrocarburi.
Subito si è attivato il protocollo di sicurezza, sono state installate panne su più punti del Varenna, sono arrivati gli autospurgo e le ruspe, è stato fatto quanto possibile per evitare che gli idrocarburi finissero in mare, ma resta il fatto che nell’alveo del corso d’acqua il danno ambientale è evidente, resta il fatto che l’aria è stata irrespirabile per moltissime ore, resta il fatto che la pericolosità di un tale insediamento produttivo intorno e a ridosso alle abitazioni è nuovamente all’ordine del giorno.
Il Comitato Val Varenna, presieduto da Paolo Drago, sostiene: “Auspichiamo che vengano al più presto definite le responsabilità e venga fatta chiarezza sulle modalità con cui è avvenuto l’incidente. Le rassicurazioni che abbiamo ricevuto in merito al limitato impatto ambientale degli sversamenti non placano la nostra preoccupazione. Ci chiediamo se vengano effettuati controlli esterni sulla sicurezza dell’impianto, se è previsto un piano aggiornato per la gestione degli incidenti rilevanti e se la popolazione della valle è sufficientemente informata”.
Rincara la dose pure il Comitato Pegli Bene Comune: “Siamo preoccupati e arrabbiati per quanto successo martedì nel tardo pomeriggio, con lo sversamento di idrocarburi nell’alveo del Varenna. In attesa che vengano individuati i responsabili dell’accaduto, come cittadini di Pegli e di Genova ci poniamo una domanda molto semplice: chi paga? Chi paga per lo sversamento degli idrocarburi? Chi paga per aver inquinato l’aria e l’acqua, per il danno ambientale, per avere impegnato uomini dello Stato per bonificare? Senza contare, particolare non da poco, il danno alla salute dei residenti che l’inquinamento di aria ed acqua produce”.
Secondo i cittadini, “da parte delle aziende che lavorano in bassa Val Varenna servono sistemi più sicuri per evitare disastri ambientali, e al tempo stesso urgono controlli più severi da parte delle istituzioni e degli enti preposti affinché siano rispettate tutte le norme di sicurezza, con regolari verifiche della manutenzione e del corretto funzionamento degli impianti. Non possono esserci solo guadagni per le aziende che lavorano. Servono anche tutele per la popolazione, in particolare di chi sul Varenna non ci lavora, ma ci vive”.
L’argomento è già oggetto di un’interrogazione che è stata presentata oggi dalla consigliera comunale del Partito Democratico, Rita Bruzzone: “Abbiamo assistito all’ennesimo rischio di disastro ambientale a Multedo. I depositi petroliferi di Eni (Fondega Nord) hanno provocato lo sversamento di quattromila litri di idrocarburi nel torrente Varenna in prossimità di via Cassanello. Chiediamo all’assessore competente se c’è stata una stima dell’effettivo danno ambientale, se c’è stata informativa rispetto alle cause e se ha risposte per la cittadinanza alla notizia che Eni intenda stoccare prodotti raffinati”. Mentre si discute di delocalizzazione dei depositi costieri, questo episodio è destinato a non passare sotto silenzio.
Sul fronte degli interventi, stanno proseguendo da parte di Arpal, in contatto con vigili del fuoco e altri organi interessati, le attività di valutazione e accertamento, sia di natura ambientale che sul fronte dell’accertamento delle cause, dopo l’incidente che ha provocato lo sversamento di idrocarburi nel torrente Varenna, all’altezza di via Cassanello, a Multedo.
Sono tutt’ora operative le misure adottate per il contenimento dello sversamento, cioè il posizionamento di panne e l’azione degli autospurghi.
È stata inoltre attuata la deviazione del corso dell’acqua a monte del luogo dell’incidente, in modo che le acque provenienti da monte non entrino in contatto con l’area di massima contaminazione.
Nel corso dei sopralluoghi sul torrente, i tecnici di Arpal non hanno al momento rilevato tracce dello sversamento nel tratto tra la foce del Varenna e il ponte autostradale che sorpassa lo stesso. Nel contempo sono stati effettuati diversi campioni lungo il corso d'acqua allo scopo di verificare l'effettiva situazione. I campioni sono in via di valutazione.
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