"Fino a 21 mesi di attesa per un intervento chirurgico all'Unità Spinale Unipolare di Torino": non potrebbe essere descritto meglio di così il calvario delle persone con disabilità che, questa mattina, si sono radunate in piazza Castello per protestare contro il "silenzioso" ridimensionamento della struttura specializzata nella cura delle lesioni midollari. Il tutto ad alcuni mesi di distanza dalla precedente manifestazione organizzata proprio davanti all'USU in via Zuretti.
Al presidio, organizzato dal Coordinamento Regionale Associazioni Persone con Mielolesione, hanno partecipato diverse realtà territoriali tra cui I Do, Coordinamento Para-Tetraplegici del Piemonte, Idea Onlus, Arcobaleno, Ancora e Avp. In particolare, i manifestanti chiedono conto della diminuzione drastica dei posti letto attualmente disponibili, solo 16 su un totale di 48, della chiusura completa del secondo piano e della piscina, strumento fondamentale per la riabilitazione.
In un quadro simile, sono in molti a lamentare la totale assenza di una sanità pubblica adeguata, dove una piaga da decubito può trasformarsi in un problema molto più grave se non curata in tempi ragionevoli: "È una follia - sottolineano dal Coordinamento - non valutare che, a fronte di chi ha un incidente, ci siano molte persone che invece si sono stabilizzate e che necessitano di interventi specializzati con l'utilizzo di determinate attrezzature come i sollevatori; l'Usu di Torino deve tornare ad essere un polo d'eccellenza".
A proposito sono state avanzate anche alcune richieste: oltre alla riapertura del secondo piano e della piscina, anche la creazione di un coordinamento di tutte le unità spinali piemontesi e la nomina di dirigenti con competenze in materia. Una delegazione, nel frattempo, è stata ricevuta a Palazzo della Regione dall'assessore Maurizio Marrone.
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