500 euro per raggiungere la Francia dalla Serbia stipati su un furgone telonato con altre decine di persone. È il prezzo che si è disposti a pagare per affrontare un viaggio della speranza alla ricerca di una sistemazione migliore.
Un viaggio che nella prima mattina di venerdì 5 agosto ha finito la sua corsa nella frazione Bandito di Bra, all’alt di una pattuglia dei carabinieri braidesi.
Nel cassone del camioncino con targa francese si trovavano 31 uomini, tutti maggiorenni, provenienti dalla regione del Punjab, di nazionalità indiana e pakistana.
Interpellati dalle forze dell’ordine è stato successivamente necessario individuare un mediatore viste le difficoltà linguistiche che non permettevano una comunicazione.
“Dopo un colloquio telefonico con i carabinieri – spiega Roger Davico dell’Anolf Cisl – abbiamo capito subito che si trattava di persone indiane e pakistane, di un’area dove si parla l’urdu, lingua parlata dai sikh di quella zona.”
“Ci siamo immediatamente attivati – continua Davico – per individuare una persona che potesse fare da tramite. Ci è venuto in soccorso un uomo sick che ha un’attività commerciale nel fossanese e che ha raggiunto il luogo dove era stato eseguito il fermo.”
Dalle domande si è ricostruito il percorso effettuato dai trentuno che dapprima avevano raggiunto la Serbia con dei taxi per poi proseguire sull’autocarro attraverso la rotta balcanica tra Croazia, Slovenia e Austria per poi entrare in Italia, con probabile meta finale la Francia.
In soccorso è intervenuta anche l’amministrazione comunale di Bra che ha offerto panini e bevande attraverso la mensa comunale.
Tutti i presenti sul furgone erano sprovvisti di documenti e sono stati successivamente accompagnati in caserma. Qui li è stato rilasciato un documento temporaneo da rifugiati.
Il passeur, il cui ‘guadagno’ del viaggio si aggira intorno ai 15mila euro, ha fatto perdere le sue tracce abbandonando il mezzo una volta avvistati i carabinieri. Su di lui indaga la Procura di Cuneo e pende l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Tutti i migranti, sprovvisti di documenti, sono stati accompagnati in caserma per gli accertamenti di rito. Poi è stato consegnato loro un documento temporaneo, con lo status di rifugiati in modo che possano rimanere nel nostro Paese.
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