Un parroco alessandrino ormai ottantenne, ma che da anni sta facendo discutere le cronache, soprattutto liguri, è al centro di una vicenda dai contorni misteriosi e scabrosi, che riguarda di sponda anche un astigiano di 40 anni, difeso dallo studio Lamatina e dall'avvocato Jacopo Evangelista.
Contro di lui si mobilitarono i parrocchiani
Don Giovanni Ferrando, di Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria, fece parlare di sé la Liguria, quando era parroco di Garlenda (SV) e i parrocchiani si mobilitarono conto di lui "Perché pensava al lusso, invece che ai parrocchiani, aveva macchine potenti (che qualcuno gli aveva anche bruciato) e 'vizietti' particolari".
Poi due anni fa la scomunica dalla chiesa cattolica perché nel mentre don Ferrando aveva ricevuto l'ordinazione episcopale da parte della Chiesa ortodossa italiana, che l’ha elevato al rango di vescovo di Seborga. La cerimonia di consacrazione si era tenuta nella cappella privata di don Ferrando, in via Paravidino a Rocca.
Aveva cercato un badante su Badoo
Il parroco, nell'estate 2018, aveva utilizzato il sito di incontri Badoo per cercare un badante e uomo delle pulizie. Tre giorni di prova per compagnia, gite al mare e un pagamento (per i tre giorni) di vitto, alloggio e 3/400 euro. Ed è così che conosce Mario (nome di fantasia) astigiano di 40 anni.
I tre giorni finiscono e il 'contratto' non viene rinnovato, ma, dopo qualche tempo, Mario riceve una visita dei carabinieri di Asti all'alba che gli perquisiscono la casa, cercando un anello clericale che lui ammette di avere avuto ma di aver venduto a un Compro oro di corso Alessandria.
Il parroco aveva infatti sporto querela contro Mario, accusandolo di avergli rubato l'anello. Un procedimento penale che va avanti per furto, ma a maggio 2022 nell'udienza in tribunale ad Alessandria, le dichiarazioni di don Ferrando non convincono la difesa di Mario e l'avvocato lo convince a rientrare dalla Calabria dove si era recato nel frattempo.
Tutta la verità, niente altro che la verità
Non solo. L'avvocato consiglia a Mario di raccontare esattamente la verità, cioè che l'accordo prevedeva, un accompagnamento 'particolare', con momenti di intimità, magari non totali, consumati anche nella famosa cappella del palazzo del prete.
La vicenda prende forma e così, sabato in udienza ad Alessandria, viene fuori che l'anello era stato dato a Mario da don Ferrando come pagamento per la sua 'compagnia', tanto che Mario non aveva avuto nessun problema ad ammettere con i carabinieri di averlo avuto.
Mario è così stato assolto perché il fatto non sussiste.
Ricorda il suo avvocato, Jacopo Evangelista: "Si è fatta chiarezza in una vicenda dai profili anomali. Ora chiederemo un risarcimento".









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