ll Gup del Trobunale di Imperia Anna Bonsignorio, su richiesta del pm Barbara Bresci ha disposto il rinvio a giudizio di tutti i 18 indagati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, maltrattamento di animali, combattimento tra cani, falso e ricettazione.
Il processo inizierà il 28 novembre prossimo. Nel procedimento si sono costituiti parte civile sono indicati quali persone offese la Lav, 'Lega anti-vivisezione onlus' rappresentata dall’avvocato Piera Poillucci, e l’Anpana, 'Associazione nazionale protezione animali, natura e ambiente' rappresentata dal legale Maria Morena Suarìa, la Lega Nazionale Difesa del Cane e il Nogez, Nucleo operativo Guardie Ecozoofile.
L’indagine condotta dalla Squadra Mobile del capoluogo risale al 2015 quando i poliziotti del commissariato di Ventimiglia scoprirono un allevamento di cani che versavano in precarie condizioni di salute ed in particolare gli animali avevano ferite riconducibili a combattimenti.
In un blitz compiuto dagli agenti in provincia di Pavia venne proprio interrotto un combattimento clandestino ed inoltre, vennero sequestrati farmaci, video, e materiale d’allenamento al combattimento. Ma il giro illecito era molto più vasto ed è arrivato sino in Serbia.
Sono quattro gli imperiesi finiti al centro della maxi inchiesta della Procura. I fratelli Maurizio e Alessandro Accardo, originari di Ventimiglia, insieme a Domenico Luigi Surace, classe 1991 nativo di Gioia Tauro nel reggino e domiciliato a Sanremo, tutti e tre difesi dal legale Alessandro Mager, Stefano Bassanese, classe 1976 di Torino e Maurizio Vicinanza, classe 1978 di Torino, sono gli unici indagati ad essere accusati del reato di associazione per delinquere finalizzata al combattimento tra cani. Ed in particolare sono accusati di aver organizzato “la compravendita o lo scambio di cani di grossa taglia (di tipo molossoide), prevalentemente sprovvisti di micro-chip, su tutto il territorio nazionale, è scritto nel capo di imputazione, ovvero alla loro importazione dall’estero, per poi allevarli e addestrarli alle illecite competizioni”.
I cinque sono accusati di aver “allevato, in varie località del territorio nazionale (tra cui le provincie di Imperia, Teramo e Pavia), cani di grossa taglia (di tipo molossoide) per impiegarli nei combattimenti, sottoponendo gli animali a condizioni di isolamento, a diete rigide, a continua tensione psichica, nonché alla somministrazione di sostanze stupefacenti o vietate, del tipo nandrolone (in particolare, Decadurabolin), condotta complessiva finalizzata a potenziarne la muscolatura, ad aumentarne in modo innaturale l’aggressività, a desensibilizzarli rispetto all’anomala attività di allenamento, nonché causa di un danno alla salute degli animali e della morte di un numero indeterminato di esemplari”.
Ma anche di "aver organizzato e aver partecipato, in varie località del territorio italiano (tra cui le province di Imperia e Pavia) e all’estero (Serbia), a combattimenti tra cani che, in alcuni casi, provocavano il decesso o la 'scomparsa' degli animali, scambiandosi, attraverso piattaforme informatiche, informazioni circa i luoghi degli eventi; i contendenti e i risultati ottenuti negli incontri dagli altri associati, nonché materiale audio-video degli animali e dei combattimenti” e di “aver organizzato scommesse clandestine sui combattimenti tra i cani degli associati e di altri soggetti non identificati; combattimenti svoltisi in diverse parti del territorio nazionale (tra cui le province di Imperia e Pavia) e all’estero (Serbia) e che, in alcuni casi determinavano il decesso degli animali o la loro “scomparsa”.
Per l'accusa Maurizio Accardo, Maurizio Vicinanza e Stefano Bassanese avrebbero ricoperto iL ruolo di organizzatori dell'associazione mentre Alessandro Accardo e Domenico Luigi Surace sarebbero stati 'partecipi'. Un altro imperiese coinvolto nell’inchiesta è il veterinario Alfonso Ioculano, originario di Santa Cristina d’Aspromonte, nel reggino, ma che esercita nella nostra provincia. Il professionista è accusato del reato falso.
Per preparare i cani, principalmente pitbull e dogo argentini, ai combattimenti alcuni indagati li hanno costretti a subire 'fatiche insopportabili', diete rigide prive di acqua, a base di sostanze eccitanti, come the, carinitina, e supradin, nonché li costringevano a tenere al collo pesi e a ricevere sostanze stupefacenti e vietate come il nandrolone. Alcuni dei combattimenti sarebbero avvenuti a Vallecrosia.
Commenti