Il Nazionale

Cronaca | 25 giugno 2022, 07:11

Tangenti e appalti, i fratelli Speranza e Luigino Dellerba faccia a faccia con gli inquirenti: interrogatori fissati

Il titolare della Edilcantieri e l’ex sindaco di Aurigo sono in carcere dal 30 maggio scorso. Mondo politico e imprenditoriale in apprensione

Tangenti e appalti, i fratelli Speranza e Luigino Dellerba faccia a faccia con gli inquirenti: interrogatori fissati

Un’inchiesta che sta mettendo in apprensione il mondo politico e imprenditoriale imperiese, quella che il 30 maggio scorso ha portato in carcere Luigino Dellerba sindaco di Aurigo  (poi dimessosi) e consigliere provinciale (carica da cui è decaduto), e Vincenzo Speranza titolare della Edilcantieri. Il 13 giugno è finito agli arresti domiciliari anche Gaetano Speranza, fratello di Vincenzo e suo stretto collaboratore.

I legali Carlo Fossati per Luigino Dellerba, Alessandro Moroni e Roberto Trevia per i fratelli Speranza hanno chiesto che i loro assistiti vengano ascoltati dagli inquirenti e compariranno, quindi, davanti al procuratore capo Alberto Lari e alla pm Barbara Bresci.

Vincenzo e Gaetano Speranza saranno sentiti martedì prossimo, mentre Luigino Dellerba giovedì 30 giugno.  Luigino Dellerba era stato sorpreso il 30 maggio dai carabinieri del Nucleo investigativo in flagranza di reato subito dopo aver intascato una presunta tangente di 2000 euro dalle mani dell’impresario nella sede dell’azienda di via De Sonnaz. Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di una tangente in cambio della promessa dell’affidamento dei lavori di realizzazione di un parcheggio in corso Roosvelt.  Dellerba nell’immediatezza, mentre i militari gli stavano facendo scattare le manette ai polsi, si sarebbe difeso dicendo che si trattava di un contributo per la cerimonia di inaugurazione del campo di calcio del suo comune. 

La procura, comunque, contesta agli indagati almeno un altro episodio, riguardante l’affidamento dei lavori di realizzazione di un muro di contenimento ad Aurigo e su un altro c’è “un forte sospetto”, ma l’esponente politico vicinissimo all'ex ministro Claudio Scajola  avrebbe aggirato l’intercettazione ambientale chiedendo al suo interlocutore di sbarazzarsi del telefonino.

Obiettivo della procura è di fare chiarezza in una inchiesta che lo stesso procuratore capo Lari ha definito “delicata”, mentre per gli arrestati, quello ottenere la scarcerazione o una misura meno afflittiva per chi è in cella. Dalle carte parrebbero spuntare nomi dirigenti pubblici e altri imprenditori. Sicuramente in molti non stanno dormendo sonni tranquilli. 

Diego David

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