Due anni e 8 mesi di carcere per gli imprenditori di Spotorno e Finale Pier Sergio Moncalvo e Massimiliano Fizzotti Moncalvo.
Queste le sentenze di condanna comminate dal gup del tribunale di Genova Matteo Buffoni nei confronti dei mandanti del tentato sequestro di persona avvenuto nel novembre del 2020 a Nervi e nell'albergo La Vela di Varazze di via Sardi.
Tutto era partito con un investimento andato male e con una cifra, 100mila euro, che non essendo stata restituita, aveva portato Moncalvo a contattare un’attività criminosa per dar vita ad un tentato sequestro e provare a recuperare la somma.
L'investimento ad alto rischio aveva visto l'imprenditore ponentino consegnare l’ingente somma ad un procacciatore d’affari genovese il quale però non era riuscito a portare a compimento l’operazione perdendo così la cifra.
L’investitore dopo aver provato invano a recuperare i 100mila euro per vie legali, aveva contattato, tramite il fratello, una coppia di albanesi, Marjan Zefi e Ferik Fallani, residenti nel savonese.
Gli stessi avevano fatto da collante per mettere in contatto l’imprenditore con un gruppo di torinesi ma abitanti in provincia di Savona, guidato secondo gli inquirenti da Davide Termine e composto da soggetti per i quali la squadra mobile di Savona stava già svolgendo un’indagine per spaccio di sostanze stupefacenti a Varazze con consegna anche nell’hinterland di Torino.
Dopo un incontro al centro polifunzionale “Le Officine” a Savona tra gli albanesi, l’imprenditore e una parte degli esecutori materiali, erano stati messi a punto gli accordi sia economici che tutti i dettagli del procacciatore che avrebbero dovuto sequestrare per cercare di recuperare la cifra da recuperare e che sarebbe stata divisa per un terzo all’imprenditore e due terzi agli esecutori. Aveva fatto poi seguito ad un ulteriore incontro nel quale erano stati consegnati 2mila euro come patto per l’accordo.
Tramite una fase esecutiva composta da pedinamenti e appostamenti da parte della direzione distrettuale di Genova, con la collaborazione della squadra mobile genovese, era stata monitorata la vittima ed era stato stoppato il tentato sequestro nel comune capoluogo di regione lo scorso 10 novembre a seguito di un controllo di polizia. Gli esecutori infatti avevano noleggiato un furgone per bloccare il procacciatore, ma l’intervento degli agenti li aveva costretti a desistere, cambiando obiettivo.
Da lì la scelta di sequestrare un ex socio del procacciatore attirandolo in una trappola (avrebbe dovuto svolgere un sopralluogo per un catering per un evento importante che si sarebbe dovuto svolgere a marzo) all’interno dell’hotel varazzino. In una delle stanze dell’hotel era stato infatti progettato di rinchiudere l’uomo con lo scopo di farsi consegnare, anche con violenza fisica, la somma, in cambio della libertà.
L'ex socio del procacciatore genovese però, con la scusa di un atto preventivo di controllo da parte della Polizia nell'ambito del monitoraggio anti Covid, era stato intercettato e fermato per essere quindi sostituito da un poliziotto della squadra mobile che si era recato nell'albergo facendo scattare il piano dei criminali e delle forze dell'ordine, in grado così di cogliere sul fatto gli indagati e procedere agli arresti.
In totale, oltre ai fratelli Moncalvo sono state sei le persone che sono state condannate per i tentati sequestri di persona.
Il gup ha condannato, confermando quasi totalmente le richieste del Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale antimafia di Genova Monica Abbatecola e il Pubblico Ministero di Savona Claudio Martini, Termine a 6 anni, Zefi a 4 anni e 6 mesi, il titolare dell'epoca dell'hotel Claudio Isosceli, 4 anni e 10 mesi, Bruno Pavese 4 anni e 10 mesi; Davide Girlanda 4 anni, 8 mesi e 20 giorni e Samantha Peluchino a 2 anni e 9 mesi.
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