Il Nazionale

Cronaca | 22 aprile 2022, 07:30

Sparatoria e sicurezza ospedali: si valuta anche un presidio interno interforze (INTERVISTA)

Ne abbiamo parlato con il questore Sebastiano Salvo. Intanto si è svolto un importante meeting in Prefettura. Massimo riserbo sulle indagini della Squadra Mobile, ancora in corso

Sparatoria e sicurezza ospedali: si valuta anche un presidio interno interforze (INTERVISTA)

Le indagini della Squadra Mobile della questura sulla sparatoria notturna nel parcheggio del pronto soccorso sono ancora in corso.

Il quadro sarebbe già stato delineato e, in attesa di sviluppi e di ufficialità, si prova a ricostruire quanto accaduto. Si tratterebbe di un fatto isolato e occasionale. 

Tutto inizia da una richiesta

È l'una di notte quando alcune donne, di etnia sinti, si avvicinano all'ingresso del pronto soccorso per chiedere informazioni sulle condizioni di salute di un loro conoscente, che, però, non si trovava lì. Improvvisamente, all'esterno della struttura, un'auto in corsa fa esplodere (più) colpi di arma da fuoco. Uno forse in aria, di cui è stato trovato il bossolo. Segno, forse, di avvertimento. Non si può escludere, ad oggi, la pista di una faida tra clan rivali.

Un episodio di violenza che non ha coinvolto l'interno della struttura ospedaliera, ma che ha costretto il personale medico e i pazienti in attesa di visita a barricarsi dentro. Non ci sono stati feriti, ma un forte spavento. L'indomani si è tornati a parlare di sicurezza, con particolare riguardo ai contesti sanitari.

Una sola guardia giurata. Le richieste dei sindacati

Al momento degli spari nella struttura sanitaria era presente una sola guardia di turno, circostanza delle quale in più occasioni i sindacati si sono lamentati. 

Il sindacato Nursind, con il segretario provinciale Gabriele Montana, ha richiesto l'attivazione di un posto di polizia interno al pronto soccorso, attivo h24.

Intanto stamani, giovedì, in Prefettura, si è tenuto un importante meeting tecnico in merito.

L'intervista al questore Sebastiano Salvo

Abbiamo chiesto un commento al questore di Asti, Sebastiano Salvo.

Prima dell'avvento del Covid era attivo uno sportello di polizia all'interno del pronto soccorso?

Sì, come polizia di Stato garantivamo la presenza di un nostro operatore dalle 8 alle 14, per svolgere quanto ci compete, ovvero la raccolta dei referti (per incidenti stradali, ma anche violenze, aggressioni ecc...), da trasmettere all'autorità giudiziaria. Con la pandemia, però, il servizio era stato sospeso e già da settimane, ormai, con il direttore generale dell'Asl, Flavio Boraso, si sta cercando di riattivare il servizio. Un servizio, però, che non è di vigilanza, in quanto questo è garantito dalla guardia giurata presente in loco. Si tratta di un servizio di raccolta referti che, data la natura in qualche modo strategica dell'ospedale, diventa anche di prevenzione. La mission principale, però, resta la raccolta dei referti. 

Si può parlare di emergenza in relazione a fatti di violenza all'interno del pronto soccorso?

No, i dati non descrivono un quadro di emergenza: non riscontriamo episodi ripetuti e continui di violenza ai danni di operatori sanitari. In altre province si può parlare di emergenza, ma non è il caso di Asti, per cui comunque siamo al lavoro per riattivare il servizio offerto prima della pandemia. 

Sarebbe possibile garantire un servizio h24 o si ritornerebbe all'orario pre-Covid, 8-14?

Stiamo lavorando per cercare di dilatare la presenza di 'divise' all'interno dell'ospedale. Nella mia precedente esperienza a Genova, avevamo coinvolto la polizia locale, al fine di aumentare la copertura negli ospedali. Ad Asti si potrebbe applicare lo stesso sistema, raddoppiando la presenza fino alle 20. Se aderisse anche l'Arma dei carabinieri, potremmo persino ipotizzare di arrivare a coprire anche parte della notte. Il quadro, però, è ancora in fase di definizione.

Elisabetta Testa

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