Il Nazionale

Sport | 10 aprile 2022, 21:51

Se perdi contro Pesaro e Treviso sei stanco o hai dei limiti?

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Roijakkers sottolinea la stanchezza dei suoi, evidente soprattutto nell'ultimo quarto. Ma due indizi sembrerebbero fare una prova: più dello stato di forma, a valere certe sconfitte è la finitezza anche di questa versione di Varese, che va in difficoltà quando viene studiata, "prevista" e controllata dagli avversari

Se perdi contro Pesaro e Treviso sei stanco o hai dei limiti?

Non si sprecano parole alle latitudini più settentrionali: Re Mida in sala stampa, questa sera, è stato chiaro e sintetico. Come sempre. Parafrasando, Roijakkers ha detto, tra le altre cose, che si aspettava questa sconfitta, soprattutto per aver notato una certa stanchezza dei suoi durante l’ultima settimana di allenamenti.

Vero: la Openjobmetis sulle gambe e opaca è risultata abbastanza lampante nell’ultimo quarto, quando l’ennesimo strappo di Treviso è risultato letale. Lì Varese non ha avuto armi per rispondere: la domanda del giorno è se questa mancanza abbia riguardato anche l’aspetto tecnico e identitario, oltre a quello inerente allo stato di forma.

Perché due indizi farebbero anche una prova: dopo Pesaro, ecco la Nutribullet. A mettere in crisi la squadra dell’olandese semplicemente “studiandola”, rispondendole sul piano dell’intensità, cercando i suoi limiti ed evidenziandoli, soprattutto quelli più palesi, quelli fisici.

No, non è stata solo una questione di stanchezza, secondo noi: è che a volte anche questa versione della Openjobmetis 2021/2022, quella che si salverà grazie alla rivoluzione operata a metà stagione, quella che una domenica dopo l’altra ha riacceso la passione dei tifosi, quella diventata “un caso di studio” per l’atipicità del suo gioco e per i suoi risultati sorprendenti, è troppo “poca”. E non è un insulto scriverlo.

Varese è corsa, intensità, soprattutto sorpresa: se mancano, se vengono previste e quindi controllate, il giochino un poco si spezza. Nicola l’ha messa in primis sulla superiorità fisica in area: bingo. E poi sull’evitare i canestri facili avversari: ancora bingo. E poi ha chiesto ai suoi di controllare il ritmo (terzo bingo) e di presidiare l’arco (quarto bingo, soprattutto la mossa di far marcare Keene a Sokolowski). E infine di attaccare gli esterni: quinto bingo, perché lo stesso Keene è un buco.

Contro Roijakkers delle due l’una: o sei di un altro livello (vedi Milano) e la spunti per inerzia, oppure devi ragionare. Chi affronta i suoi uomini di petto, spesso perde. Chi li analizza, invece, li trova "esseri cestistici" dalle risorse finite e ben individuabili. E quindi talvolta vince.

Torniamo a quanto scritto questa mattina in sede di presentazione: se perdi contro Treviso in casa, non meriti i playoff. Ma la riflessione condotta fin qui serve soprattutto ad affermare questo: va bene farsi la bocca allo straordinario, va bene sognare, va bene cogliere ogni opportunità da una classifica che rimane corta… Ma la realtà è che questa squadra i suoi limiti li ha forse già superati per arrivare dov'è.

Un centro servirebbe ad alzare l’asticella? Sicuramente. Ma ne vale la pena, ora (considerando anche quello che non si ricorda quasi più, ovvero che le finanze della società sono ancora quelle di sempre: povere e gravate da pregressi)? E della assenza di alternative a Keene nel capacità di costruirsi da solo un canestro, cosa vogliamo dire? Ne prendiamo altri tre di giocatori, quindi?

L’importante, ora, è non doversi guardare più indietro: tutto il resto che arriverà sarà un di più.

Fabio Gandini

Commenti