Il Nazionale

Politica | 05 aprile 2022, 22:08

VIDEO - «Gli aerei volavano sopra di noi, io abbracciavo i miei figli. Qui a Varese ho trovato cuori grandi e sinceri»

La testimonianza della giovane Tatiana Zalizna, donna ucraina scappata dall'orrore della guerra, resa questa sera al consiglio comunale varesino riunito in sessione straordinaria. «Giovedì 24 febbraio la nostra vita ha fatto segnare un prima e un dopo: prima avevamo tutto, dopo era tutto distrutto»

VIDEO - «Gli aerei volavano sopra di noi, io abbracciavo i miei figli. Qui a Varese ho trovato cuori grandi e sinceri»

«Quel giovedì ha segnato nella nostra vita un prima e un dopo. Prima potevamo fare tutto e vivevamo in un Paese democratico… Dopo era tutto distrutto…»

Quello riportato è stato uno dei passaggi più drammatici e commoventi della testimonianza di Tatiana Zalizna, giovane donna ucraina scappata un mese fa dall’orrore arrivato a sconvolgere la sua vita e la sua terra e scappata qui a Varese. 

Una testimonianza resa davanti al consiglio comunale straordinario organizzato questa sera a Palazzo Estense: una sessione aperta, con i consiglieri stessi in veste di pubblico e in diretta Youtube, proposta dal consigliere Fausto Bonoldi per parlare della gestione dell’emergenza profughi nella Città Giardino e in provincia di Varese.

Il “giovedì” che ha cambiato tutto, per Tatiana, è stato il 24 febbraio: «Mia madre mi ha svegliato e mi ha detto “Tani, c’è la guerra”. Tutto era chiuso quella mattina a Kiev. Per strada solo le sirene antiaeree e le ambulanze: la gente ha preso i beni di prima necessità ed è scesa nei rifugi antiaerei. Sentivo il rumore degli aerei tutti insieme e lì ho capito che la vita può finire in un attimo: in quei pochi secondi l’unica cosa che ho fatto è stata abbracciare i miei figli, perché se ci avessero bombardato non ci saremmo mai salvati. E anche oggi, quando sento il rumore di un aereo, tremo…».

In Ucraina la famiglia di Tatiana era una famiglia attiva e integrata: lei medico diagnostico in una clinica privata, il marito chirurgo, il padre professore universitario, i figli studenti in una scuola con specializzazione in inglese. All’improvviso tutto crolla, tutto diventa precario: unica possibilità scappare. E così fa Tatiana, con i figli: «Dopo due settimane siamo arrivati a Lozza, ospitati da due carissimi signori. Ogni giorno sentiamo le loro cure e il loro supporto: ci hanno dato cibo, vestiti, ci hanno fatto i documenti necessari, le vaccinazioni. L’interazione con loro riscalda ogni giorno le nostre anime: è una gioia immensa aver incontrato queste persone. Hanno un cuore molto grande e sincero».

Nel corso della seduta sono intervenuti diversi rappresentanti delle associazioni che stanno collaborando con le istituzioni nel gestire l’accoglienza, il dottor Paolo Bulgheroni di Ats Insubria, per parlare degli aspetti sanitari dell'emergenza, e il provveditore Giuseppe Carcano, che ha illustrato il ruolo della scuola nella macchina improntata dal sistema Varese (34 alunni ufficiali accolti finora: 28 nelle scuole dell'istituto comprensivo e 6 nelle scuole paritarie), centrato sull'esperienza del NAI (Neo Arrivati in Italia), struttura che aiuta l'integrazione degli studenti stranieri.

«Dobbiamo guardare alla sofferenza ma anche alla speranza della fine del conflitto - ha detto invece il prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello - Dobbiamo anche memorizzare e “vivere” la testimonianza che abbiamo appena sentito, ricordandoci il genuino interesse e il desiderio di aiutare che è stato trovato qui dai profughi ucraini, con un pensiero particolare ai bambini che devono andare a scuola».

«E’ partita una rete spontanea dal basso - ha aggiunto il prefetto - un’accoglienza straordinaria da parte del terzo settore e delle famiglie. In Prefettura a Varese è attiva una cabina di regia e siamo anche pronti a convenzionarci con strutture di accoglienza. Ad oggi sono arrivati 84.178 ucraini in Italia, 31983 dei quali minori, 1788 ingressi solo nelle ultime 24 ore. Sono 4672 i profughi in provincia di Varese. Stiamo cercando convenzioni con i comuni: posso dire di essere fiero di lavorare al fianco vostro e dello spirito di servizio e solidarietà che respiro».

Redazione

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